ELISA GUZZO VACCARINO
Cultura e Spettacoli

Iana Salenko, una stella sulle punte: “Sul palco con me i talenti ucraini”. Il tour dell’European Classical Ballet a Milano

La ballerina ama il capoluogo lombardo: “Per me è sinonimo di moda, stile e eleganza. In generale, rispetto molto la grande cultura italiana”. Tappa il 5 novembre al Teatro Carcano

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Iana Salenko, classe 83, è la ballerina principale dello Staatsballet Berlinc, con il marito Marian Walter e due figli

Milano – Arriva al Teatro Carcano il 5 novembre una ballerina star, la squisita Iana Salenko. Debutta qui il tour con lei dell’European Classical Ballet, compagine ad hoc capitanata da Andrey Scharaev, moldavo, con base in Repubblica Ceca.

Iana, nata in Ucraina e formata a Kiev, è forte di una carriera tra Russia, Austria, Germania e nel mondo, oltre che come principal al Royal Ballet in coppia con Steven McRae.

Madre di tre figli, Iana è in forze alla Berlin Staatsoper, brillando in rarità come “Esmeralda” e “La Peri” per il direttore-Divo Malakhov, e tuttora al top per grazia e forza sotto la guida di Christian Spuck. Stavolta non ballerà con il marito, ma con Boris Zhurilov, di formazione pietroburghese, in arrivo dal Balletto Nazionale Ungherese, al centro di “Lago dei cigni”, “Schiaccianoci” e “Bella addormentata”, i capolavori ciaikovskiani, le monete d’oro del balletto. La tournée, dopo Milano, toccherà Torino, Firenze, Verona, Padova e Mantova.

Cosa ballerà a Milano?

“Ballerò in ‘Schiaccianoci’ con un plus – rivela Iana – Gli allievi dell’Accademia Ucraina del Balletto”.

Quando è stato il suo primo incontro con Milano?

“Nel 2008, quattro mesi dopo la nascita del mio primo figlio – ricorda – al Teatro degli Arcimboldi, come guest. Questo tour è il sogno che avevo, facendo come Nureyev, che ballava ogni giorno in città diverse e in diversi spettacoli. È molto difficile e mi entusiasma”.

Che cosa ama di Milano e dell’Italia?

“Milano per me è sinonimo di moda, stile e eleganza. In generale, amo e rispetto molto la grande cultura italiana”.

Essere il faro di una compagnia di giro è diverso da essere étoile in una compagnia stabile importante come quella di Berlino. In cosa?

“In Germania faccio parte di un team, dove lavoro come tutti gli altri dipendenti del teatro – spiega – ma quando vengo invitata in una compagnia-famiglia come questa, mi sento una stella, gratificata e supportata. Credo che per una artista sia bellissimo avere un’opportunità del genere. Ti fa capire quanto ami ancora di più questa professione e quanto sei amata dal pubblico”.

Come si è formata la compagnia per il tour?

“È un gruppo molto diversificato e internazionale, di differenti età, poiché il mix tra giovinezza ed esperienza crea spettacoli unici. La maggior parte della compagnia è composta da italiani. Hanno occhi brillanti e tanto desiderio di perpetuare la tradizione del balletto classico, portandolo anche dove non è mai stato visto prima dal vivo”.

Sarà qui in tour assieme alla sua famiglia?

“Cerco sempre di portarli con me, se possibile. Sfortunatamente, non questa volta. Il primo ha 16 anni, gli altri due 5 e mezzo e 3. Mi ispirano e voglio che siano orgogliosi di me come madre e che crescano nella cultura. È fondamentale non dedicarsi solo alla tecnologia, ma ricordare che ciò che conta nella vita sono l’amore e i sentimenti, per la comprensione dell’arte e della creatività. Certo non è facile avere tre figli e essere una ballerina. Trascorro più tempo a lavorare che in famiglia, ma quando ho l’opportunità di stare con loro, do il 100%, e sono felice”.