
Kate Lindsey durante le prove La cantante americana interpreta il novizio Adso da Melk protagonista insieme a Guglielmo da Baskerville de “Il nome della rosa“
Milano – Adso da Melk e Guglielmo da Baskerville, i due immortali protagonisti de “Il nome della rosa“, arrivano sul palco della Scala. Il capolavoro di Umberto Eco del 1980 - longseller da oltre 50 milioni di copie vendute nel mondo - è infatti diventato un’opera lirica. In programma al Piermarini dal 27 aprile al 10 maggio: cinque rappresentazioni che hanno già registrato il tutto esaurito. Il Teatro milanese ha commissionato il lavoro a Francesco Filidei insieme all’Opéra national de Paris; lo spettacolo è coprodotto dalla Scala con l’Opéra e con il Teatro Carlo Felice di Genova. I librettisti sono lo stesso compositore e Stefano Busellato con Hannah Dübgen e Carlo Pernigotti che hanno lavorato alle due versioni, italiana e francese. Il direttore sarà Ingo Metzmacher, mentre la regia è affidata a Damiano Michieletto, le scene a Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti.
Sul palco il novizio Adso da Melk e l’ex inquisitore Guglielmo da Baskerville sono Kate Lindsey en travesti e Lucas Meachem. Il bibliotecario cieco e nemico del riso Jorge de Burgos è Gianluca Buratto, l’Inquisitore Bernardo Gui è Daniela Barcellona, anche lei en travesti, l’abate del monastero Abbone da Fossanova è Fabrizio Beggi, la sventurata ragazza del villaggio (ma anche la statua della Vergine) è Katrina Galka, l’ex dolciniano Salvatore (“Penitenziagite!”) è Roberto Frontali, il cellario ex dolciniano Remigio da Varagine è Giorgio Berrugi, il bibliotecario Malachia è Owen Willetts, l’erborista Severino da Sant’Emmerano è Paolo Antognetti. Carlo Vistoli presta la sua voce all’aiuto bibliotecario Berengario da Arundel e al miniatore Adelmo da Otranto (la prima vittima); Leonardo Cortellazzi al traduttore Venanzio e a Giovanni Dalbena; Adrien Mathonat a Girolamo Vescovo di Caffa e al Cuciniere. Infine, Cecilia Bernini è Ubertino da Casale; Flavio D’Ambra è il capo della delegazione imperiale Michele da Cesena; Ramtin Ghazavi è il Cardinal Bertrando; Alessandro Senes è Jean d’Anneaux. La voce di Adso Vecchio è restituita dal Coro diretto da Alberto Malazzi, mentre le Voci bianche del Coro dell’Accademia dirette da Bruno Casoni sono i Novizi.
Sarà un labirinto ad accompagnare l’ascoltatore alla scoperta della rosa, non sarà il Medioevo del omonimo film di Annaud con protagonista Sean Connery, il Medioevo del regista vedrà monaci vestiti con tuniche arancione e altri religiosi in azzurro. “L’ambientazione è medievale - spiega Michieletto - con immagini di volta in volta contemporanee: c’è ad esempio un grande portale che all’inizio accoglie lo spettatore e i due protagonisti e che grazie a un gruppo di mimi prende vita”. “Il nome della rosa“ è diviso in 7 giornate, tre delle quali formano il primo atto e quattro il secondo. L’installazione principale è una grande cantoria ottagonale che ospita il coro sormontato da un labirinto sospeso, formato da veli che cambiano di continuo per far apparire i luoghi in cui avviene l’azione. “Eco stesso - dice ancora Filidei - parla di un libro che assumeva una struttura da melodramma buffo”. E raccontava di aver compiuto un lavoro analogo a quallo di realizzato da Mahler nelle sue sinfonie. “Il nome della rosa“ sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura. La prima sarà trasmessa in diretta da Rai Radio Tre. Liana Püschel terrà una conferenza introduttiva per il pubblico di ciascuna rappresentazione nel Ridotto dei Palchi un’ora prima dell’inizio.