Milano – “L’arte deve essere comunicazione: non può restare chiusa in sé stessa, altrimenti non avrebbe senso". Così Ugo Nespolo per l’ultima sua opera che sarà esposta in città ha pensato di dare forma a un teatro, il “Teatro delle arti multimediali”. Sarà svelato questo pomeriggio in via Carlo Bo, all’ingresso dell’edificio centrale della Iulm, ed è il primo atto del Museo della comunicazione, un museo che sarà a sua volta "esteso, diffuso". Di più. "Sarà un parco a tema", sottolinea il rettore Gianni Canova, che oggi consegnerà a Nespolo il master ad honorem in Management delle risorse artistiche e culturali.
"Estetica deriva dal greco aìsthesis, che significa “sensazione“ – spiega Nespolo –. Questa opera, prima del suo genere, vuole dare sensazioni, le mette in scena. Anni fa avevo creato un piccolo teatro da viaggio, in valigia: l’arte si deve muovere. Qui, alla Iulm, riprendo un concetto simile, ma in grande. Sul palcoscenico c’è l’arte, che non è collezionismo o puro possesso di un’opera costosa, ma pensiero, vita, motivo di dibattito: non deve lasciare indifferenti. Deve parlare, unendo le diverse discipline che si studiano anche qui, in un ateneo che sa miscelarle alle arti figurative".
"Ugo Nespolo è uno dei nomi più significativi dell’arte contemporanea – sottolinea Canova –, ha saputo condensare e fare proprie le avanguardie senza una visione elitaria: la sua arte parla al popolo, diventa avanguardia di massa per fare arrivare la bellezza a tutti, fuori dai giri convenzionali. È filosofia, estetica e comunicazione". Che dialogano in un teatro. "Le iniziali della sua opera, Teatro delle Arti Multimediali, formano la parola “Tam” – continua il rettore –, in quel Tam ci sono i rulli delle percussioni delle culture primitive, c’è la forma più efficace di comunicazione, il “Tam Tam”, il passaparola".
Da quell’opera comincia il viaggio nella storia della comunicazione, che porta alla torre di Iulm 6. "Lì ci sarà una linea del tempo, che parte dalla Torre di Babele – spiega il rettore –: servono sempre i miti per innescare le storie". Il secondo atto del parco a tema della Iulm - aperto alla città e creato interamente con finanziamenti privati - si scriverà entro la primavera del 2024 "quando arriveremo a Gutenberg".
Una data di fine cantieri non c’è: "Sarà un cantiere infinito – sottolinea il rettore –, perché di anno in anno si aggiungeranno tasselli, dai segnali di fumo ai piccioni viaggiatori fino a Google; dalla comunicazione dell’architettura all’intelligenza artificiale". Che abbatte pure la Torre di Babele. Già prima della primavera "parleranno anche i muri, non saranno più grigi e silenti", anticipa Canova, "di volta in volta creeremo microcosmi della comunicazione grazie alla realtà virtuale e aumentata: si potrà entrare negli anni Settanta per capire cos’era il ciclostile, per rivivere il passaggio dalla tivù in bianco e nero a quella a colori; si entrerà nel Medioevo, nell’officina di Giotto".