ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Jack Savoretti presenta il suo primo album in italiano: “Amo raccontare questo strano Bel Paese al mondo”

Questa sera al Vittoriale e domani a Villa Arconati, il cantautore presenta i suoi classici e l’ultimo album

Diodato con Jack Savoretti

Diodato con Jack Savoretti

Milano – “Come posso raccontare / Questo strano Bel Paese al mondo?” si domanda Jack Savoretti in una delle più emblematiche canzoni del suo recente album “Miss Italia”. La risposta sta nello show con cui il cantautore che “canta in inglese, ma sogna in italiano” presenta stasera all’Anfiteatro del Vittoriale, sul palco di “Tener-a-mente”, prima tappa di un cammino atteso domani a Bollate, nella cornice del Festival di Villa Arconati, e il 17 dicembre agli Arcimboldi di Milano per una serata speciale con alcuni ospiti dell’album (in cui figurano pure Miles Kane, Svegliaginevra, Natalie Imbruglia) e altri amici.

Jack, nell’album così come a San Siro giovedì scorso, duetta “Senza una donna (Without a woman)” con Zucchero. Perché ha deciso di accollarsi il paragone con Paul Young?

"Quando Zucchero ti chiede di saltare, salti. Ci siamo conosciuti due anni fa, quando ho condotto uno show radiofonico della Bbc in occasione dell’edizione torinese dell’Eurovision e siamo diventati amici. Qualche tempo dopo l’ho chiamato per avere qualche dritta su come incidere il mio primo album italiano e lui mi ha invitato a cantare con lui ‘Senza una donna’ alla Royal Albert Hall, onore incredibile visto che è una delle canzoni con cui sono cresciuto. L’esibizione è andata bene e così abbiamo deciso di registrare il pezzo".

Da lì a metterlo nell’album è stato un attimo.

"Sì, perché, in un disco del genere, una hit come ‘Senza una donna’ diventa una bellissima introduzione per il resto del repertorio. Come dire: non solo canto in italiano, ma sono cresciuto con la musica italiana e pubblico il mio primo album nella lingua di mio padre col ‘placet’ di uno tra i migliori artisti italiani".

Ma nel disco di collaborazioni ce ne sono pure altre.

"Miles Kane, che va matto per tutto quello che è italiano, come ha scoperto che stavo incidendo un disco così è venuto a bussarmi alla porta di casa dicendo: voglio esserci. Idem Dan Rothman dei London Grammar, che mi ha telefonato per chiedere se potesse dare il suo contributo. Gli ho fatto produrre ‘Sarà sempre domenica’ mentre il resto del disco è nelle mani di Tommaso Colliva".

Savoretti in gara a Sanremo con una canzone italiana non sarebbe stato male.

"La prima cosa che mi sono detto scrivendo ‘Non ho capito niente’ è stata: anche se non amo le competizioni musicali, questa forse la presento al Festival. Un ‘maybe’ nella mia testa che però è rimasto tale".

Al Festival c’è andato comunque ospite di Diodato con la cover di “Amore che vieni, amore che vai”.

"Sarò sempre grato ad Antonio per avermi dato l’opportunità di affrontare con lui il palco dell’Ariston cantando una delle mie canzoni preferite di uno dei miei autori preferiti. Forse a causa dello stress di esibirci all’una del mattino, sul primo verso mi sono confuso, croce che mi porterò dietro per sempre perché non si fa così con De André. Del testo che ho azzeccato, però, mi sono goduto ogni singola parola".