Milano, 2 febbraio 2020 - Quattro band, tutte lombarde. Quanto a gruppi, infatti, questo Sanremo si affida alle milanesissime Le Vibrazioni e ai bergamaschi Pinguini Tattici Nucleari, ma nella serata-tributo per i 70 anni del Festival scenderanno in Riviera pure i Canova e la Premiata Forneria Marconi. I primi a dare man forte proprio a Francesco Sarcina & Co., mentre la Pfm ad Anastasio. "Abbiamo chiamato i Canova perché mi ricordano molto le Vibrazioni prima maniera, che si conquistavano il territorio palmo a palmo, attaccandosi addirittura i manifesti, oggi il passaparola è decuplicato dalle opportunità che offre Internet", spiega Sarcina. "E pensare che io i Canova ad “Amici” li ho addirittura eliminati… lì per lì non la presero benissimo, ma poi capirono che l’avevo fatto perché erano a corto di esperienza e in quel contesto sarebbero rimasti schiacciati".
Assieme canterete «Un’emozione da poco» di Anna Oxa. Perché? "Perché quella è una canzone di Ivano Fossati e Guido Guglielminetti che, cantata da un uomo, prende un senso diverso. Fra l’altro è estremamente in sintonia con “Dov’è”, il pezzo che abbiamo in gara".
A proposito, la gara potrebbe rappresentare l’occasione buona per tornare a parlare di musica accantonando il gossip che la insegue da mesi. "In materia faccio mio il pensiero di Oscar Wilde: non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli. La canzone che porto al Festival racconta quel che penso e quel che sento, quindi lascerei parlare lei. Tutto il resto è chiacchiericcio da circolo da cucito".
Effettivamente, raccontando la voglia di rialzarsi dopo una caduta, “Dov’è” sembra alludere alla fine del suo matrimonio con Clizia Incorvaglia; l’ha scritta con Roberto Casalino, quanta vita ci ha messo dentro? "Casalino è bravissimo a creare delle immagini molto forti e per me lavorare assieme è stata una specie di seduta analitica. Con questa canzone, infatti, non avevo bisogno di dare delle risposte alle cronache rosa, ma a me e ai miei figli. D’altronde che sono “sbagliato” l’avevo cantato pure nel pezzo portato al Festival due anni fa".
Perché di nuovo all’Ariston? "Perché finora Le Vibrazioni avevano affrontato il Festival sempre un po’ con l’ansia da prestazione. Tornarci dopo solo un paio d’anni, e non dopo tredici come l’ultima volta, significa poterlo affrontare finalmente con una certa serenità".
Infatti, stavolta avete scelto una ballad. "Non dovendo dimostrare più di essere rock, perché tutti ormai lo sanno, possiamo regalarci anche qualcosa di rilassato col prezioso supporto sul podio del maestro Beppe Vessicchio".
Citando il testo di “Dov’è”, se alza gli occhi al cielo oggi vede polline o neve? "Prima vedevo solo fiocchi di neve perché tutto mi si scioglieva tra le mani, mentre ora ho grande fiducia nel futuro. Vado avanti".