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Chiude la Libreria del Mondo Offeso: la Milano dei grattacieli perde un altro pezzo di cultura

L’addio (al veleno) in un lungo post social. I proprietari della libreria indipendente contro la città del business e della gentrificazione: “Modello di vita che non ci appartiene”. Trasloco a Siena

L’ingresso della Libreria del Mondo Offeso che da settembre, dopo 15 anni, lascerà Milano

L’ingresso della Libreria del Mondo Offeso che da settembre, dopo 15 anni, lascerà Milano

Ciao Milano. Ciao Milano di Elio Vittorini. Ciao Milano della Libreria del Mondo Offeso. È arrivato il momento di salutarci”. Con queste parole, da cui traspare più di un filo d’amarezza, Laura Ligresti e il marito Marco Bocciarelli, proprietari e gestori della storica “Libreria del Mondo Offeso”, annunciano la chiusura della loro attività.

Una storia che inizia 15 anni fa, in un cortile interno in corso Garibaldi, e che ha proseguito in maniera itinerante (prima via Cesariano, poi via San Simpliciano e poi, infine, piazza Anfiteatro) sempre alla ricerca del suo posto in una città in cui sembra esserci sempre meno spazio per librerie indipendenti. E nel lungo post Facebook con cui i gestori della Libreria del Mondo Offeso hanno salutato Milano, si trova traccia anche del rifiuto di sentirsi a proprio agio in una città fatta sempre più di grattacieli e gentrification, dove la bellezza e la cultura purtroppo troppo spesso si devono arrendere al vil denaro: “Perché noi, inguaribili romantici, disertiamo da un modello di vita che non ci appartiene. Forse la carta ci ha dato alla testa e ispirati dal Don Chisciotte, spinti dalla visionaria ostinazione per il mondo offeso, seppur risultando silenziosamente sconfitti e, forse, suscitando l’ilarità di chi, speriamo pochi, ha assistito alle nostre folli avventure, continuiamo il nostro viaggio. Da settembre 2024 ci troverete nella splendida Castelnuovo Berardenga (Si) in Piazza G. Marconi, 5”. 

La storia di questa libreria, dunque, proseguirà nel piccolo Comune di Castelnuovo Berardenga, ma Laura e Marco non dimenticano il bello che Milano, in altri anni, ha saputo regalargli. Nella “lettera di addio” i due proprietari infatti hanno ricordato usi, costumi, locali, cultura che un tempo  animavano la città che, nella loro visione, sarebbero stati soppiantati dalla Milano del business, di Nolo, di Piazza Gae Aulenti: “Ciao Milano dei tram, delle bocciofile, dei bar, della nebbia, della droga, delle manifestazioni, dei giardinetti, dei campi di pannocchie, dei container. Ciao Milano delle discariche abusive e dei papaveri. Ciao Milano da bere. Ciao Milano del Capolinea, dei navigli sgarruppati. Ciao Milano del jazz, della danza contemporanea, di Dario e Franca, di Gino Strada, di Giorgio Gaber, di Jannacci, di Carmelo Bene, di Streheler, di Antonio Gades, di Luciana Savignano, di Ornella Vanoni. Ciao Milano della Pantera, di Radio Popolare, di Radio Alessandria (solo Jazz), dell’Umanitaria, di Porta Genova, del lavatoio, delle fabbriche, del Luna Park Le Varesine. Ciao Milano dei Paninari, dei Rocca Billy, dei Cinesi, degli Skin Heads, dei Metal, dei Punk. Ciao Milano dei cinema in corso Vittorio Emanuele, dei cinemini d’essai, delle case discografiche in Galleria, di Ricordi, della Voce del Padrone, di Buscemi. Ciao Milano dei cortili discreti e nascosti, delle cascine, dei fossati, delle Abazzie, delle Basiliche. Ciao Milano del Teatro, delle librerie. Ciao Milano della libreria Feltrinelli, della Libreria Verdi, della Libreria Utopia, della Libreria di Brera, della Libreria Scientifica, della Libreria di Porta Romana. Ciao Milano del Teatro Nuovo, del Teatro Smeraldo, del Teatro di Porta Romana, della Palazzina Liberty. Ciao Milano del Teatro Verdi, del Pim Off, del Teatro Spazio Studio Atto Primo, del Teatro I, del Teatro Libero, Del Teatro Sipario. Ciao Milano del Soul to Soul. Ciao Milano delle latterie, delle drogherie, delle edicole, del Supermarket, del Consorzio Agrario, della Centrale del Latte. Ciao Milano della Statale, di Brera, della Bocconi, della Iulm. Ciao Milano del Conservatorio, dell’Osservatorio. Ciao Milano di Leonardo. Ciao Milano della Fiera Milano. Ciao Milano del Leonacavallo, della Calusca, del Conchetta, del Cinema Messico, delle Scimmie, del Meazza, del Palatrussardi, del Rolling Stone, del Teatro Out Off, del Teatro della Cooperativa. Ciao Milano di Brera, di Corso Garibaldi, di Via Cesariano, di Piazza San Simpliciano, di Via Anfiteatro. Ciao Milano di Via Ripamonti/Vigentina Capolinea del 24. Ciao Milano Operaia. Ciao Milano dei May Day. Ciao Milano medaglia d’oro della Resistenza. Addio Milano di Expo 2015. Addio Milano di City Life, di Gae Aulenti, di NaPa, di NoLo, di NoCe, di Soupra, di NOM”