Drusilla è Drusilla. E Gianluca Gori solo l’attore che “si dice” la interpreti. Spetta quindi a lei, a miss Foer, offrirsi giovedì prossimo (alle 19) agli appetiti letterari di Eataly per parlare con Enrica Brocardo di “Tu non conosci la vergogna”, il volume che la racconta tra finzione e realtà nell’attesa di riconquistare il palcoscenico con una nuova versione del recital “Eleganzissima”, in scena il 2 e 3 dicembre al Manzoni di Milano, a Varese il 21 gennaio e a Bergamo l’8 marzo. Drusilla, da dove origina il titolo del libro? "Da una delle frasi più illuminanti che mi siano mai state dette. Avevo una nonna stronza: vanitosa, dura, anaffettiva. Mai una carezza, un bacino, un gesto d’affetto, tant’è che per noi nipoti il massimo spasso era quello di accompagnarla a messa. Io, però, le ero simpatica, forse perché stavo sempre zitta. Una volta l’accompagnai in Duomo a Siena. Era fasciata da un elegante vestito scuro dallo scollo generoso e uno le disse: nonnina si copra le vergogne". Reazione? "Vidi sgretolarsi improvvisamente questo monumento al senso di sè e, alzando lo sguardo al Crocifisso, mi rivolsi al cretino dicendo "non mi sembra proprio che il padrone di casa abbia problemi con la nudità". Per la prima vola in vita sua, nonna Filangera, detta Gera, mi appoggiò la mano sulla spalla e disse "brava, tu non conosci la vergogna’" Aggiungendo ‘non cedere mai alla vergogna di te, perché è il sentimento più immobilizzante e inutile che ci sia’. Quando se ne andò mi lasciò il suo diario e scoprii che aveva avuto una vita assolutamente libera, quasi dissoluta, assolutamente insospettabile dietro la maschera che indossava. Fu una rivelazione". Quindi ha indagato sul tema della vergogna? "Mi sono resa conto che la vergogna assomiglia a quelle sabbie mobili in cui più ci si agita e più si va a fondo. Un fondo che t’inghiotte nel buio di una visione di te e da cui poi è difficile risalire. Per questo nel finale del libro dico: se incontrate la vergogna salutatela velocemente e ditele che avete un appuntamento con il pudore". Due giorni fa era alla Festa del Cinema di Roma per la première di “Sempre più bello”, il film di Claudio Norza in cui veste i panni della dura… come nonna Gera. "Già, ma con un finale in cui ammetto tutte le mie fragilità. Un film per ragazzi, ma con tanti spunti di riflessione". Cinema, tv, teatro e persino voce narrante nell’ “Histoire du Soldat” di Stravinskij. Mai pensato d’incidere canzoni. E se sì, con chi? "Quel momento prima o poi arriverà, perché sono sicura che il produttore Franco Godi un giorno tirerà fuori dal cassetto alcuni pezzi bellissimi proprio per me. Mi piacerebbe tanto cantare una canzone di Renzo Rubino, o duettare con Giovanni Caccamo. Ma anche condividere un brano struggente con Patty Pravo e uno dance, estivo, con la Rettore".
Cultura e SpettacoliDrusilla Foer, vade retro vergogna