SIMONA BALLATORE
Cultura e Spettacoli

L’ultimo cassetto di Ulysses Moore, Pierdomenico Baccalario: "Ecco le nostre vite incrociate"

L’autore Milano con il nuovo capitolo della sua saga senza confini. E con una scatola piena di desideri

L’ultimo cassetto di Ulysses Moore: "Ecco le nostre vite incrociate"

Lo scrittore Pierdomenico Baccalario, 50 anni, ha dato vita alla saga di Ulysses Moore vent’anni fa

Milano – Vent’anni fa ha aperto il primo cassetto di Ulysses Moore. Da quel momento la vita di Pierdomenico Baccalario si è intrecciata di continuo con quella del misterioso protagonista della saga, tradotta in 30 lingue e con alle spalle oltre 10 milioni di copie vendute. Apre ora l’ultimo cassetto Baccalario: tra le mani ha I mondi alla fine del mondo (fresco di stampa per il Battello a Vapore) ma anche una scatola dei biscotti, per la promessa che oggi alle 11 suggellerà con i suoi lettori alla Mondadori Duomo di Milano. "Ho cercato di raccontare questi 20 anni preparando qualche slide, non lo faccio mai – sorride –. Mi sono fermato alla 289. Storia editoriale e personale sono così intrecciate, ho ricreato anche l’albero genealogico mio, di Baccalario intendo, e di Ulysses. Alla fine si sovrappongono: io sono diventato un pochino lui e lui me".

E che effetto fa rimetterci mano 20 anni dopo?

"È molto bello. Anche perché io sono più grande e scrivo di lui undicenne: è sempre dalla parte opposta. È stata l’occasione per rivedere i miei 11 anni, ho ritrovato le giustifiche di mia mamma perché mi ero rotto un braccio. Come è successo a lui. Tutto è inventato, nulla lo è".

Il libro è sempre firmato Ulysses Moore.

"Perché io nasco come traduttore di questa storia, faccio parte del meccanismo narrativo. Ho trovato una cartina originaria di Celle Ligure: i contorni curiosamente combaciano con quelli di Kilmore Cove. La casa, il pozzo, la porta, oggetti misteriosi: è come se avessi dato in pasto il mio piccolo mondo ma proteggendolo, senza mai indicare cosa è vero e cosa no".

Oggi incontrerà i lettori.

"Ho indicato 29 parole chiave: chiedo a loro da dove preferiscono che parta. Ogni incontro è diverso. Ma c’è un tema che per ora torna sempre, quello degli amori giovanili. E io che pensavo non importasse molto ai ragazzi! Sono cambiati".

In che modo?

"Mi chiedono di sentimenti. È un libro introspettivo, con tante piccole battaglie. Vogliono parlare i ragazzi ed essere ascoltati. Con loro ho anche un patto".

Quale?

"Nella storia c’è un falò, ricordo un’antica festa in Inghilterra: si raccoglievano tutti i desideri e li si faceva bruciare. La scintilla più alta è il desiderio che si avvererà. Sto raccogliendo anch’io i loro desideri, nella scatola dei biscotti. Non li leggerò mai. Farò il falò e augurerò loro buona fortuna. Stanno facendo la corsa per consegnarmeli ad ogni incontro, li porto in valigia".

Non dà una sbirciatina?

"Mai. Se prometti qualcosa a un ragazzino devi sempre mantenerla".

Qual è il segreto di una saga così, senza confini?

"Non ci sono effetti speciali, alieni né astronavi: è tutto molto urbano, semplice e fa sognare. Sono partito da quello che avevo attorno, dai miei antenati, da una famiglia che mi ha dato il privilegio di girare per casa senza impedirmi di rompere le ossa. Devo moltissimo poi ai disegni di Jacopo Bruno. E per i 20 anni della serie a un’artista di 20 anni su per giù, Alida Pintus, che è stata bravissima. Ha trascorso l’estate in Repubblica Ceca. Un giorno si è avvicinata una signora sui 40 anni che vedendola al lavoro le ha chiesto: “Perché stai disegnando Ulysses Moore?“. Lo leggeva da giovane insieme a sua sorella: è un libro che porta altre storie, fa conoscere persone, rompe confini".

E dopo “I mondi alla fine del mondo“ aprirà altri cassetti?

"No, è l’ultimo. Ho dedicato 27 anni della mia vita ai ragazzi. Credo di avere avuto la più grande opportunità del mondo: scrivere quello che volevo. Ora chiudo il cerchio. Vorrei insegnare quello che so a chi vuol fare questo mestiere. Mia figlia Cora mi ha già dettato una storia, “Mio zio è un gatto“, in modo così dettagliato che ho voluto il suo nome in copertina. Terrò un po’ di sue storie nel cassetto, vediamo che succederà".