STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Dall'Ermitage al Poldi Pezzoli di Milano, la Madonna Litta torna (per poco ) a casa

L'opera di Leonardo da Vinci potrà essere ammirata sino al 10 febbraio: app, visite guidate gratuite e aperture prolungate

''Madonna Litta' a Milano

Milano, 7 novembre 2019 -  L’attesa è finita. Da oggi, sino al 10 febbraio, la Madonna Litta, capolavoro dell’Ermitage di San Pietroburgo tornata a Milano dopo trent’anni, troneggia nell’ultima sala della mostra allestita nel Poldi Pezzoli, in un percorso che non risparmia bellezza e meraviglia. E aspetta il maggior numero di visitatori; da parte del museo c’è uno sforzo notevole per far sì che la possano ammirare in tanti. Gli ingressi saranno contingentati, al massimo cinquanta visitatori alla volta, ma sono previste aperture prolungate del museo, il sabato sino alle 21, e visite guidate su prenotazione fra le 18 e le 20,30, app e audioguide (pure in russo) in grado di orientare i visitatori. Tutto giustificatissimo dalla fama che si porta dietro questo dipinto, sempre menzionato con enfasi, nei vari passaggi di mano fra i personaggi più in vista dell’aristocrazia milanese, quindi acquistata dai Belgiojoso nel 1784 ai Litta (1832) prima di essere acquistato nel 1865 dallo zar Alessandro II.

Una storia profondamente milanese per nascita e collezionismo. Il dipinto ha lasciato la Russia solo sei volte (l’ultima per la mostra a Palazzo Reale, 30 anni fa). Ma il valore aggiunto di questa esposizione sta nell’accostamento con le altre opere frutto dell’atelier di Leonardo, tema questo della bottega fra i più affascinanti e intricati della critica vinciana. Si sa, l’attribuzione a Leonardo del dipinto è a dir poco controversa, c’è chi lo ritiene opera del suo miglior allievo, Giovanni Antonio Boltraffio. E proprio con un capolavoro di Boltraffio posseduto dal Museo Poldi Pezzoli, la Madonna del fiore, e con altre opere sue e di altri suoi allievi (in tutto una ventina), il capolavoro dell’Ermitage viene messo in dialogo.

Non fatevi sfuggire i preziosi disegni sempre di Boltraffio, Studio di testa femminile e Studio di panneggio, realizzati in punta d’argento, quindi con un segno sottilissimo, e un bellissimo studio riferibile con sicurezza alla mano di Leonardo, eseguito sempre a punta metallica, proveniente dalla Biblioteca Ambrosiana. Raffigura un profilo femminile e un occhio dalla palpebra nettamente delineata, confrontabile con con gli occhi della Vergine nel dipinto dell’Ermitage.  In mostra opere di Marco D’Oggiono ( Madonna delle violette ), del Maestro della Pala Sforzesca (M adonna con il Bambino che gioca con il rosario ) e Francesco Galli detto Francesco Napoletano ( Madonna col bambino) : tutti si cimentano sul tema. E una volta giunti davanti a lei, la Madonna Litta ci appare nel suo splendore, di una madre rappresentata nel gesto più delicato, allattare il suo piccolo al seno.

« Il legame che si crea con l’opera d’arte – suggerisce Andrea di Lorenzo co-curatore insieme a Pietro Marani – è immediato, si viene ammessi in una dimensione intima, sentimentale, difficile da dimenticare». Una mostra da non perdere. Resa possibile anche grazie al solido sostegno della Fondazione Bracco che ha anche eseguito interessanti analisi diagnotiche su alcune opere evidenziando le tecniche e i disegni preparatori da parte degli artisti che operavano nella bottega di Leonardo, e dalla quale uscivano solo opere di altissima qualità.