ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Malika Ayane: "Io, animale da musical (per Cats)"

La cantante: "Ci ho messo tre minuti per dire sì, se penso a chi l’ha interpretato mi vengono i brividi"

Malika Ayane

Milano -  La gatta sul rudere che scotta. Ci sono le vestigia di una Roma deturpata e sorniona ad incorniciare i versi di Thomas Stearns Eliot nella versione di “Cats” che Malika sta provando a Roma in attesa del debutto della settimana prossima. È lei la Grisabella di questa riedizione in chiave trasteverina del celebrato musical di Andrew Lloyd Webber che il regista Massimo Romeo Piparo sta approntando al Sistina nel quarantennale del debutto a Broadway. E può apparire paradossale che la “romanizzazione” dello spettacolo, in scena dal 7 dicembre al 22 gennaio nell’attesa di partire poi in tour, abbia in realtà un’anima milanese. Quella dell’eroina di “Come foglie”. "Non per niente debuttiamo il giorno di Sant’Ambrogio" scherza Malika, che in scena sarà accompagnata da un’orchestra di nove elementi diretta dal maestro Emanuele Friello e con buona probabilità arriverà nella sua città in panni felini la prossima stagione. "Ma il legame Roma-Milano è anche frutto dell’universalità del messaggio di un musical come questo".

Come si trova nei panni della gatta-glamour raccontata da Eliot nel suo “Old Possum’s Book of Practical Cats”? "Benissimo. Quando Piparo mi ha chiamata, ci ho messo circa tre minuti a dire sì. Perché ‘Memory’ è uno di quei brani che qualunque interprete donna a un certo punto della vita (anche se solo sotto la doccia) ha cantato. E poi io fin da adolescente, quando sognavo di fare questo mestiere, le canzoni di ‘Cats’ le ho divorate. Quindi conoscevo il repertorio a memoria già prima di accettare. Certo, l’adattamento dei testi in italiano è un’ulteriore responsabilità, perché ti costringe a dare un valore più intenso ad ogni parola facendola pesare il triplo, ma è anche una bella sfida".

Grizabella l’hanno interpretata in tanti, da Elaine Page a Nicole Scherzinger, da Leona Lewis a Jennifer Hudson. Teme un po’ il confronto? "Avendo già affrontato un musical come ‘Evita’ - che, quanto a raffronti, è un bagno di sangue - direi proprio di no. Se pensi a tutte quelle che hanno interpretato ‘Don’t cry for me, Argentina’, infatti, ti terrorizzi e scappi. E per ‘Memory’ vale stesso discorso".

Versione preferite? "Quella di Elaine Page rimane ancora la più grandiosa e drammatica di tutte, ma, fra le tante che si sono cimentate col pezzo, ci sono pure Barbra Streisand, Céline Dion, Petula Clark. Se pensi a loro sei rovinata, quindi, secondo me, il brano va approcciato come uno standard jazz, perché solo se ci metti tutta la tua esperienza emotiva e musicale riesci a trasformarlo in qualcosa di unico e speciale".

“Cats” è stato scritto oltre quarant’anni fa. Qual è la sua attualità? "Di recente mi sono guardata ‘15 Minutes of shame’, un documentario sull’umiliazione pubblica e la ‘cancel culture’ del web che mi ha fatto riflettere. Grisabella, infatti, è una gloriosa gatta-diva degli anni Sessanta decaduta, mentre il musical è ambientato negli anni Ottanta. Questo significa cRhe un tempo ci voleva un ventennio di declino per passare di moda, mentre oggi bastano dieci minuti".

E poi c’è il fattore umano. "Non importa quanto di grandioso tu abbia fatto nella vita, perché tanto la tua statura artistica sarà sempre determinata in base a quella dell’idolo sulla cresta dell’onda al momento".