ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Mario Luzi raccontato in sei serate speciali in Duomo

Milano, il direttore artistico Massimiliano Finazzer Flory condurrà questi momenti di ascolto e di riflessione intorno all’opera del letterato

L’attore Massimiliano Finazzer Flory protagonista in Duomo

L’attore Massimiliano Finazzer Flory protagonista in Duomo

Milano, 19 febbraio 2025 – “Verso Luzi. Dall’Uomo al Duomo”, sei serate nella Cattedrale di Milano, su iniziativa dell’Arciprete monsignor Gianantonio Borgonovo. Al direttore artistico Massimiliano Finazzer Flory, che conduce questi momenti di ascolto e di riflessione intorno all’opera poetica e letteraria di Mario Luzi, una domanda preliminare.

Perché l’incipit il 28 febbraio? Forse perché a fine febbraio-marzo, non ancora primavera, c’è trepidante quel fuoco bianco nell’aria, velatura bianca argento, che, secondo Luzi, è il simbolo della poesia: contesa ininterrotta per la luce a partire dall’ombra…

“In realtà, celebriamo la ricorrenza dei vent’anni dalla scomparsa di Mario Luzi, 28 febbraio 2005. E incominciamo a raccontare la sua vita: “Autoritratto” (invitando anche Milano a mettersi allo specchio), con un intervento di Armando Torno”.

Perché il poeta Luzi?

“Per lui la condizione “vitale” del poeta è il “poiein”, che non significa “fare per fare”, ma produrre qualcosa che prima non c’era, accrescere l’esistente. Luzi è un poeta cristiano”.

Con qualche dubbio.

“Certo, tormentato da questioni di coscienza. Un osservante non minuzioso, che cercava di essere un credente sincero, ma dubitava di essere all’altezza morale e di avere la fede e la buona fede necessarie, per esempio, per scrivere i testi della Via Crucis di Giovanni Paolo II al Colosseo, nel 1999. “Dottrina dell’estremo principiante” ancora nel 2004 aveva compilato”.

Da lunedì 3 marzo a venerdì 7 marzo, ogni sera, ore 18.30. Ingresso libero. In Duomo ormai entrano più turisti, a pagamento.

“Anche con “Dante per i borghi”, il mio proposito è stato portare le letture del sommo poeta, e maestro di preghiera, nelle chiese di luoghi alternativi del Centro Italia, per un turismo consapevole. Progetto concepito con Il Teatro della Vita, associazione di amici: “La Coscienza della Conoscenza”, il nostro motto”.

Ritorniamo in Duomo.

“La prima e l’ultima serata saranno anche accompagnate dall’organo di Alessandro La Ciacera. Tutte in diretta streaming sul canale YouTube Duomo Milano Tv”.

Non manca il sigillo di Stefano Verdino.

“Grande italianista, tra le persone più vicine a Luzi nei suoi ultimi anni di vita, confidente e amico, spesso occupato a trascrivere in forma definitiva i versi che il poeta prima vergava a mano”.

Il finale, il 7 marzo: Monsignor Borgonovo con la “Parola” risuscitata dalla poetica di Luzi.

“Occhio alle parole del linguaggio umiliato e negato dalla comunicazione attuale. Rivoluzionata dall’uso delle emoticon. Le faccine hanno sostituito il testo da scrivere sulla carta, e sulla carne!”.

Non disperiamo, nell’anno del Giubileo.

“Appunto, a Milano se ne parla poco: “Pellegrini di speranza”, il tema”.

Chiudiamo con le parole di Luzi?

““Vola alta, parola, cresci in profondità...”. Lui ci ha detto che il rischio del mondo moderno è la perdita della giusta corrispondenza tra le cose e la nominazione delle cose. Che spariscono, prima di aver avuto addirittura il proprio nome. Può accadere che la parola sia astratta e non abbia più dentro di sé il caldo della sostanza della cosa che dovrebbe nominare: perché l’uomo le sue cose le nomina, volendole e amandole dà loro il nome”.