ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Se vi sembra normale è Max Gazzè: sabato il concerto ad Assago

Per lui si tratta dell’ultimo atto di un tour (mondiale) clamoroso che dall’Italia l’ha portato in Canada, negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina

Max Gazzé

Assago (Milano) 29 ottobre 2016  – Giovedì scorso Max Gazzè è sceso dal volo Shanghai-Roma per salire sul palco di un PalaLottomatica esaurito fino all’ultimo posto e stasera plana ad Assago con tanta voglia di ripetere l’impresa tra il fans di un Forum palpitante. Per lui si tratta dell’ultimo atto di un tour (mondiale) clamoroso che dall’Italia l’ha portato in Canada, negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina. Merito di “Teresa”, quarto singolo estratto dal fortunatissimo album “Maximilian”, e di un’estate nel segno di quella “Ti sembra normale” rimasta in classifica per cinque mesi di filato. “Quando ho suonato nei palazzi dello sport con Daniele Silvestri e Niccolò Fabi ben difficilmente avrei potuto immaginare di poterci tornare da solo” ammette il cantautore romano, 49 anni. “Per questo guardo alle due feste del PalaLottomatica e del Forum come a qualcosa di assolutamente straordinario per uno fuori target come me, istintivamente più vicino ai palcoscenici dell’underground che a quelli dell’hit-parade. Non esistendo al momento un piano di distribuzione internazionale del mio disco, sono andato all’estero per farmi conoscere e per sentirmi gratificato. Anche perché se non l’avessi fatto ora, sulla soglia dei cinquant’anni, quando mi sarebbe ricapitata l’opportunità? A settanta? Non avrei le forze necessarie”.

Dal tour in condominio con Silvestri e Fabi, Max non ha sbagliato una mossa. “Alla fine dell’esperienza in trio ciascuno di noi ha scelto la sua strada. E io mi sono trovato davanti alla scelta tra un disco dichiaratamente pop o un progetto sperimentale tutto di synth da far uscire sotto pseudonimo. Alla fine ho deciso di dare precedenza al progetto più popolare; m’è andata bene”. Gazzè spiega che, per lui, il nuovo singolo “Teresa” chiude una trilogia concepita sul rapporto con le donne. “Si tratta, infatti, di un brano molto ironico costruito attorno a quella che reputo una gran verità; l’aspirazione di certi cinquantenni a tornare a vivere in famiglia perché “nessuno cucina come i miei”. Rispetto ad un ragazzo, infatti, l’uomo di mezza età che si ritrova senza una moglie o senza compagna incontra molta più difficoltà ad entrare nell’ordine d’idee di una nuova convivenza per la fatica ad accettare l’idea di tornare a negoziare la propria libertà con quella degli altri”. I pienoni messi a bilancio dal tour definiscono il successo di Gazzè molto meglio del disco d’oro incassato in un anno tondo tondo da “Maximilian”. “Tendenzialmente cerco sempre di non fare le stesse cose. Quindi, anche se il prossimo disco sarà completamente diverso, sono felicissimo dell’entusiasmo catalizzato da questo album, perché il pop è un’arte tutt’altro che facile. Sei tenuto, infatti, a scrivere cose orecchiabili ma è una semplicità solo apparente: basta pensare che una filastrocca come Sotto casa, cantata perfino dai bambini, ha quasi quattrocento parole”.