CRISTIANA MARIANI
Cultura e Spettacoli

Il rap di Mondo Marcio: “Da vent’anni sul palco racconto la mia vita”

L’artista milanese è diventato famoso nel 2006 con “Dentro alla scatola”. Oggi è cresciuto e collabora con molti nomi nuovi della scena musicale “ma non credo a padrini o fratelli maggiori, penso al qui e ora”

Il milanese Gian Marco Marcello, in arte Mondo Marcio, 37 anni

Il milanese Gian Marco Marcello, in arte Mondo Marcio, 37 anni

Milano – “Perché vedi un po’ di anni fa vedevo mamma e papà dentro una scatola, ero solo un bambino”. Era il 2006 quando l’Italia del mainstream iniziava a conoscere un ventenne milanese con un nome d’arte e un modo di rappare quasi disturbanti. Mondo Marcio con ‘Dentro alla scatola’ destabilizzava, non faceva stare tranquillo chi lo ascoltava. Oggi Gian Marco Marcello, vero nome di Mondo Marcio, ha 37 anni e continua a destabilizzare con la propria musica, con un modo di fare rap autentico e senza filtri. Parla di personalità narcisistica, di gaslighting, ma anche di aspetti positivi: parla di vita vera.

Gian Marco, è diventato famoso presso il grande pubblico con ‘Dentro alla scatola’, un brano denso di contenuti anche difficili da metabolizzare. A 18 anni di distanza continua a realizzare canzoni ricche di concetti. Non si sente un po’ una mosca bianca in un panorama musicale che tende soprattutto a semplificare?

“In realtà no, perché è una mia tendenza. Per me è una necessità. Non è mai stato un problema di ispirazione perché per me la musica è terapeutica, a prescindere dal mercato discografico e dalla mia carriera. Ho iniziato a fare musica nel 2004, quando non c’erano soldi né attenzione per il rap. Lo si faceva per passione e questo è il criterio guida ancora oggi”.

Come è cambiato Mondo Marcio dal 2004 a oggi?

“La mia musica è tutta autobiografica, la parola chiave è consapevolezza. L’artista cambia come cambia la persona. Pur vivendo certe dinamiche che magari sono sempre simili, la lente attraverso cui le guardi definisce come stai. È una questione di evoluzione”.

“Sete” è il titolo del singolo realizzato in collaborazione con Shiva. Il brano nasce dal remake di “Non ti ho mai detto”, brano presente nell’album “Generazione X”. Si sente un po’ un padrino per la nuova generazione di rapper?

“Nell’arte è uno scambio, non ci sono padrini o fratelli maggiori. Con Shiva è stato bello, mi è piaciuto. Quando l’ho conosciuto ci siamo trovati a livello artistico, per lui il pezzo ha risuonato bene emozionalmente. Sono un accanito sostenitore della visione del presente, del fatto di dover pensare al qui e ora”.

Stasera sarà sul palco del Magnolia. Cosa si deve aspettare chi viene a un suo concerto?

“Non mancheranno i miei classici, i cavalli di battaglia che hanno caratterizzato la mia carriera fin qui. Ma non sarà una serata in cui si arriva, si ascolta e poi si torna a casa: a livello di performance per me è uno scambio. Cerco di creare più connessione possibile, cerco sempre di cantare col pubblico e di guardare negli occhi chi è lì per me”.

A proposito, cosa ha provato quando ha sentito il pubblico cantare le sue canzoni per la prima volta?

“Per me è sempre un ritorno di energia incredibile. Condividere la stessa emozione ed energia con le persone ti dá molto. Sono perfetti sconosciuti che in quel momento si connettono con te: è indescrivibile”.

Lei ha collaborato con molti nomi noti, il suo featuring dei sogni oggi quale sarebbe?

“In America con artisti con i quali sono cresciuto come Nas, Jay-Z, 50 Cent. In Italia, mi piace moltissimo Cesare Cremonini”.

Progetti futuri?

“C’è tanta carne al fuoco. È in arrivo tanta nuova musica, ci saranno presto nuove collaborazioni”.