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Myss Keta mette il Punto: “Il nuovo disco, favola dancefloor con temi forti”

La performer milanese ha pubblicato il suo nuovo album su tutte le piattaforme: “Mi ha ispirato Elena Ferrante, meglio disgustare che assicurarsi una buona riuscita con reperti scuri e freddi”

Myss Keta, cantautrice e rapper, ha pubblicato a mezzanotte (in streaming sulle piattaforme musicali) il nuovo album

Myss Keta, cantautrice e rapper, ha pubblicato a mezzanotte (in streaming sulle piattaforme musicali) il nuovo album

Milano, 17 gennaio 2025 – “…È il segno d’interpunzione dotato del valore demarcativo più forte tra quelli che fungono da marche di confine sintattico”, spiega l’Enciclopedia a proposito del punto. Anzi, del “.” come lo rappresenta Myss Keta nel titolo del suo nuovo album arrivato sulle piattaforme a mezzanotte. “Penso possa essere il titolo ideale per il progetto con cui Myss chiude un discorso nell’attesa di aprirne un altro, ma anche esprimere il suo punto di vista senza filtri sul mondo” spiega lei, in concerto all’Alcatraz l’8 maggio, parlando in terza persona quasi come se sia quella mascherina a separare Monica dal personaggio che s’è costruita addosso.

“Un’affermazione totale che non chiede spiegazioni e non vuole compromessi”. Per festeggiare l’uscita del nuovo album, ieri sera Myss Keta ha ripercorso un tour dei suoi locali milanesi del cuore, luoghi che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua carriera. Tra le tappe, diversi posti iconici sparsi per la città per concludersi al LOVE, il locale preferito in Porta Venezia, il luogo dove tutto ha avuto inizio.

Ma perché attingere alla punteggiatura?

“Perché il punto è un segno grafico infinitesimale, ma racchiude in sé una forza che nessun altro ha. Insomma, l’idea del minuscolo segno grafico dall’effetto dirompente mi piaceva molto. Un altro aspetto è l’essenzialità, tanto nella ricerca dei temi che in quella testuale; mi sono molto impegnata perché fossero il più intenso e il meno ripetitivo possibile”.

Che pensieri ci sono dietro?

“Riflettendo sui possibili contenuti di questo disco, mi sono accorta che andavo sempre verso argomenti legati alla mia parte più viscerale. Alla parte più reattiva di me alle sollecitazioni di un mondo difficile, crudele, perfido, spietato, come quello contemporaneo. Capace, in molte occasioni, di tirar fuori la parte peggiore di noi”.

Una realtà a tinte forti, insomma.

“Mi viene in mente il paragone col magma fatto anche da Elena Ferrante ne ‘La frantumaglia’, saggio che mi ha molto ispirata durante la scrittura di quest’album, quando dice che è meglio sbagliare con la lava incandescente che abbiamo dentro, meglio disgustare per questo, piuttosto che assicurarsi una buona riuscita ricorrendo a reperti scuri e freddi”.

Preceduto dal singolo “160Bpm”, che album è questo “.”?

“Mi piace pensarlo come una favola dancefloor in cui scorrono suggestioni molto diverse che spaziano da ‘Myss Keta love Pegaso’(ispirata dal film d’animazione del 2005 ‘Barbie e la magia di Pegaso’, ndr) a ‘Sinner’, da quella ‘Vendetta’ condivisa con Vera Gemma a ‘Stronza con vista’, concepita su una poesia scritta da Myss tra le guglie del Duomo, guardando una Milano uggiosa sotto un cielo decolorato”.

E la collaborazione con Vera Gemma?

“È l’unica presente nel progetto. Ci siamo conosciute lo scorso anno durante la lavorazione dell’album. È stato amore a prima vista, ma anche un incontro di idee. Abbiamo trovato una profonda intesa su diverse visioni del mondo e su vari argomenti, da cui è nato un brano no-melody forte e tagliente, che esplora un sentimento passionale e sincero come la vendetta”.

In “Les Misérables” ricorda che tutti siamo stati miserabili almeno una volta nella vita. A lei quando è successo? E poi s’è perdonata?

“In quel brano parlo di come, al mondo d’oggi, 15 secondi di popolarità possano spingerti a bassezze capaci di tradire i tuoi stessi valori. A me probabilmente è accaduto quando mi sono lasciata prendere la mano da numeri e cifre lasciando che finissero col condizionare l’istintività del mio lavoro artistico. Col tempo, però, me lo sono perdonata grazie alla consapevolezza di aver sbagliato strada e di averla poi corretta”.