ANDREA SPINELLI
ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Nina Zilli ritorna al Teatro Carcano da mamma. “La felicità arriva all’improvviso”

Milano, domani (mercoledì 26 marzo) sarà in concerto-assaggio del nuovo album “My Blue” che prende il nome dalla piccola Anna Blue, nata un anno fa

Nina Zilli fotografta da Thoni Thorimbert in un look rétro in stile marchesa Casati Stampa

Nina Zilli fotografta da Thoni Thorimbert in un look rétro in stile marchesa Casati Stampa

Se l’amore è femmina, lei, Nina Zilli, non s’è mai tirata indietro dal distribuirne in gran quantità. Che la passione poi sbocci col poderoso afflato orchestrale di una sinfonica o col quintetto jazz di Raffaele Casarano poco importa.

Quel che conta è l’intensità del qui ed ora, dell’energia, del contatto, della “caldazza”, come la chiama, che continua a farne una versatilissima protagonista della canzone. A parlarne è lei stessa nello studio di Soundcheck, il format musicale disponibile pure sul web e sui social del nostro giornale in quell’effluvio di pensieri, ricordi, notazioni a margine che ne caratterizza il personaggio.

Nina, cosa accade alla sua vita?

“Mi sto riprendendo da un po’ di cose... Innanzitutto, dalla maternità, ma anche dalle costole rotte a "Ballando con le stelle”. Sto pure lavorando ad un nuovo disco, che spero di pubblicare entro l’anno. Insomma, sto chiudendo un cerchio della mia vita nell’attesa di aprirne un altro. D’altronde sono una a cui piacciono i nuovi inizi”.

Sul fatto di diventare mamma ha scritto pure una canzone intitolata “Questa felicità”.

“Andiamo tutti alla ricerca della felicità, pur senza sapere dove, quando e come trovarla. Arriva, infatti, all’improvviso e, nel momento in cui lo fa, è già finita. È proprio questa brevità a renderla tanto preziosa”.

L’anteprima di un’estate intensa se la regala con due concerti, domani al Teatro Carcano di Milano e il 27 marzo alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Al Carcano avrà ospite il Redemption Gospel Choir.

“Già, nonostante le contenute dimensioni del palco contiamo di portare almeno una trentina di elementi. Lo spettacolo sarà una vera e propria anteprima, visto che ho deciso di regalare al pubblico un assaggio del nuovo album, si intitola ‘My Blue’ ed è uno dei miei preferiti. Anche se la mia piccola si chiama proprio Anna Blue la canzone è nata nel 2020, durante il Covid, e quindi tre anni prima che la mettessi al mondo”.

A cosa si deve, allora, il titolo?

“Al cielo di Milano, che non è ‘mai blu’. Col papà (il produttore Daniele Lazzarin in arte Danti, ndr) avevamo pensato di chiamare nostra figlia Anna, perché è un palindromo e quindi uguale a sé stesso in qualsiasi direzione lo si legga. Poi ho pensato di aggiungerci ‘Blue’ perché suona molto bene. E si sa che per me la musicalità delle parole è importante”.

Sulla locandina dello spettacolo s’è fatta ritrarre con un’eccentrica “mise” anni Venti in stile marchesa Luisa Casati Stampa.

“Vero. Nel realizzarla assieme al fotografo Toni Thorimbert ci siano ispirati proprio a quei mondi lì. E i look nobilmente rétro di quel photocall faranno parte pure del concerto, perché mi piace che ogni mio album sia caratterizzato da un’estetica visiva, oltre che sonora”.

Tra la maternità e questo ritorno c’è stata pure l’esperienza di “Ballando con le stelle”.

“Che più propriamente reintitolerei ‘Spaccando con le stelle’. Esperienza, infatti, bella, ma sfortunata. Avrebbe potuto anche piovere, tanto per citare il Mel Brooks di ‘Frankenstein Junior’. Avevo detto sì, senza sapere esattamente cosa mi attendesse. E invece l’opportunità di uscire dalla mia zona comfort e rimettermi in gioco m’è piaciuta tanto”.

Peccato quelle quattro costole fratturate in cinque punti.

“Già, peccato. Ma è andata così. Penso di aver affrontato l’impegno con la giusta lievità, poi, però, mi sono fatta prendere dal desiderio di fare sempre meglio e col mio partner Pasquale La Rocca, che è un competitivo, abbiamo spinto troppo. La voglia di vincere, infatti, a volte può trasformarsi in paura di perdere”.

Lei che ha fatto l’Eurovision nel 2012, che consiglio darebbe a Corsi?

“Cresciuto sui palchi, come me, credo che Lucio sia pronto pure per quello dell’Esc, anche se è il più grosso della vita. L’avverto, però, che dall’inizio della preparazione al momento d’andare in scena passeranno almeno 40 minuti in cui la tensione salirà, salirà, salirà. Nonostante questo, però, vada e spacchi tutto”.