Primo in classifica da quattro settimane con quel “Per due come noi” che lo vede a tu per tu con Angelina Mango, Olly si accomoda sulla poltrona di Sound Check, il format musicale disponibile pure sul sito web e sui social del nostro giornale, con molte novità da raccontare. Innanzitutto, il nuovo album “Tutta vita”, poi quel “Lo Rifarò Lo Rifaremo Tour“ all’insegna del sold out che lo vede impegnato pure al Fabrique il 2 e 3 dicembre.
Già sulla carta l’incontro con Angelina prometteva scintille.
“Già, anche se, secondo me, fra noi c’è stata una componente in più: l’emozione, l’affinità sul palco. Qualcosa di ultra-emozionante già provato in studio appena ci siamo trovati. Scritto diverso tempo fa attorno alla storia di Jvli, mio compagno di avventure artistiche, il brano era già chiuso, ma ho voluto riaprirlo per condividerlo con la Mango attratto dall’idea di poter cantare assieme. E sono contentissimo del risultato, al di là della classifica”.
Tutto nato diverso tempo fa.
“Prima di Sanremo, dell’Eurovision e quant’altro di bellissimo è accaduto ad Angelina quest’anno. Lei ha un modo di scrivere completamente diverso dal mio. Così, lavorando alla sua strofa, per un’oretta non ho capito dove stesse andando. A un certo punto se n’è uscita con un “ce l’ho!“ liberatorio ed è andata a registrare. Perfetta”.
Vincente pure la scelta di tirarsi fuori dall’agone estivo.
“Sicuramente. Ma è stata la scelta più logica, visto in estate avevo “Ho voglia di te“ con Emma e Jvli e non avrebbe avuto senso pubblicare altro. Questo anche per lasciar continuare la corsa del secondo singolo di questo album, ‘Devastante’, uscito a marzo e arrivato al doppio disco di platino”.
Tutto il disco l’ha scritto con Jvli, all’anagrafe Julien Boverod, ma in “Sopra la stessa barca” trova pure la penna (e la voce) di Enrico Nigiotti.
“Nei miei dischi voglio solo collaborazioni spontanee, dettate solo dai rapporti d’amicizia. Enrico aveva scritto quel pezzo per il suo album, ma alla fine ha voluto regalarmelo e duettarlo assieme. Per me ora è quasi uno zio”.
Sulla copertina di “Tutta vita” si schianta con l’auto sull’unico albero che spunta dal fango di una campagna desolata.
“Il senso del titolo, tratto da un verso del primo singolo “A squarciagola“, è dato dalla vista di due mucche che fanno l’amore e mi distraggono dalla guida mandandomi a sbattere contro la pianta. Contrattempo che mi consente, però, di stendermi sul tetto del veicolo ammaccato e finalmente rilassarmi”.
Qual è l’albero più duro su cui s’è schiantato finora?
“La quotidianità qui a Milano è una specie di quercia secolare su cui sbatto ogni giorno, lontano dalla mia famiglia e dagli amici di Genova. Adoro quello che faccio, ma vado anche in psicanalisi per riuscire a trovare un’oasi di vita pure qua. Al momento per me Milano è solo un ufficio e invece vorrei riuscire a viverla in modo più normale”.
Quali sono stati i suoi campioni? Quelli che l’hanno fatta diventare l’artista che è?
“Sono un grande fan di Edoardo Bennato e di Alex Britti, entrambi importanti per me. Da genovese non posso non citare De André e Tenco, che stando ai si dice di casa, sembra fosse pure amico di mio nonno. Per me, però, campione è pure chi vuol fare musica e va avanti nonostante le porte in faccia”.
Il 28 novembre torna in concerto con un tour invernale nei locali seguito, a maggio, da una coda primaverile a grande richiesta.
“Non mi aspettavo tutta questa risposta, così ne ho approfittato per mettere qualche replica a primavera per festeggiare il compleanno, che cade il 5 maggio”.
Come si vede fra dieci anni?
“Non ancora su un’amaca sotto ad un baobab. Fra dieci anni ne avrò 33 e, se m’innamoro per davvero, un figlio lo faccio. Voglio regalare un nipotino ai miei genitori”.