Milano – Un gabinetto (camera) delle meraviglie, vera wunderkammer: “la Biblioteca del Daverio”, l’indimenticabile Philippe. Da cercare nella nostra piccola Montparnasse, tra corso di Porta Romana e corso Italia, gremita di cultura storica e letteraria. Dove il patrizio Gian Giacomo Trivulzio, nel 1499, tradito il duca, fece venire il re di Francia offrendogli un banchetto di mille commensali (comprese 120 signorine e cinque cardinali), nella ruga bella (via Rugabella) trasformata in sala.
In tale contrada hanno avuto studio Filippo De Pisis e Marino Marini e l’architetto Aldo Rossi una casa con le pareti tutte “azzurro madonna”. All’angolo, nel palazzo di piazza Bertarelli 4, ha abitato il più affabile divulgatore artistico, il Daverio, con la moglie Elena. E insieme hanno valorizzato quel che nel secondo cortile era sopravvissuto dell’antico monastero di Sant’Agostino Bianco: un ampissimo locale con le volte a crociera, il bramantesco Refettorio (nei secoli poi usato come scuderia, asilo, fabbrica di bigiotteria). Qui Donato Montorfano aveva affrescato una Crocefissione, gemella e poco successiva a quella da lui realizzata nel Cenacolo di Santa Maria delle Grazie (di fronte al notissimo Leonardo).
Nel palazzo di piazza Bertarelli, il disegno è ancora ben tratteggiato, ma la pittura spesso illeggibile, tranne per un angelo intatto, rinominato l’angelo Resistente: promette protezione. A strappare l’affresco, e a venderlo sul mercato antiquariale aveva provveduto all’inizio del ’900 l’allora proprietario Valentino Ravizza. Ma con occhio attento al marketing dell’immobile, aveva posto nel primo cortile una targa in ricordo della visita di don Pedro II, imperatore del Brasile, seguace del Beccaria e sostenitore di Alessandro Manzoni, venuto a porgere i suoi omaggi agli eredi dello scrittore: un appartamento era stato occupato da Giulia Manzoni con Massimo d’Azeglio.
Della coppia Daverio ci piace invece citare la passione che li ha portati a incastonare nel sito la magica Biblioteca. Collezione di raffinatezze e chincaglierie, raccolte dall’eclettico critico: ritratti di Hayez, bronzi di Vincenzo Gemito e Arturo Martini, un osso di dinosauro, gli amati cimeli napoleonici, compresi il calco della testa del generale tratto dalla statua del Canova nel cortile di Brera e un’erma con il suo busto (di quelle collocate in tutti gli uffici pubblici e distrutte dopo Waterloo), l’enorme mobile primo archivio del Regno d’Italia... Si possono prenotare visite (tel. 2383846632).