
Luca S. Micheli
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"Da anni si parla di ‘podcast revolution’ e penso che i tempi siano ormai maturi” dice Luca S. Micheli, 41 anni, produttore musicale e sound designer lecchese che ha appena reso disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download un intero album, “Oltre il confine (musiche originali del podcast)”. "Quella delle trasmissioni radiofoniche scaricabili è ancora una nicchia ma sta prendendo piede, come evidenzia la proliferazione di iniziative tipo Chora, la podcast company fondata (e diretta) da Mario Calabresi".
Lei come ha cominciato? “Quando avevo 23 anni e studiavo musicologia a Cremona partecipai ad un seminario in quattro lezioni di Gaetano Cappa, importante regista radiofonico con cui ho iniziato poi a lavorare nella factory milanese ‘Istituto Barlumen’ specializzata in postproduzioni. Da lì al podcast il passo è stato breve”.
Quanto c’è di tecnico e di artistico in quel che fa? "La componente tecnica ovviamente è importante, ma quando in una narrazione scegli dove mettere la musica, quale utilizzare, in che modo, a che volume, fai un lavoro assolutamente artistico. E siccome l’audio non è fratello minore del video, ho pensato che come i film hanno la loro colonna sonora pure il podcast avesse diritto alla sua".
Che storia c’è dietro le 13 tracce strumentali di “Oltre il confine (Musiche originali del podcast)”? "C’è la colonna sonora delle dieci puntate del podcast di Matteo Caccia ‘Oltre il Confine’, che racconta la storia di Karim Franceschi, venticinquenne nato Casablanca e cresciuto a Senigallia partito per la Siria a combattere l’Isis in quel di Kobane. Esperienza che ha poi raccontato in un libro, il best-seller ‘Il combattente".
Lo scorso settembre è salito sul palco del Piccolo Teatro Strelher con Roberto Saviano per il lancio milanese del suo podcast “Le mani sul mondo ”. "Già trovarmi sul palco dello Strehler stata un’emozione. Farlo con Roberto lo è diventato ancora di più. L’idea di un ascolto in cuffia, al buio, con l’utilizzo di una tecnologia binaurale che ricrea l’ascolto umano a 360° ha reso, infatti, tutto di grandissima suggestione. Un esperimento di successo, rimasto purtroppo tale a causa della nuova ondata pandemica".
Scusi, ma quella esse puntata da dove viene? "Dal fatto che all’anagrafe mi chiamo Luca Serafino. Un tempo mi vergognavo un po’ di quel secondo nome deciso dai miei genitori come tributo al nonno, così iniziato ad usarlo per iniziale".