Giuseppe Di Matteo
Cultura e Spettacoli

La crisi? L'ho sconfitta con un gruppo di cannucce

Andrea Polenghi, ex grafico pubblicitario milanese, realizza immagini e ritratti sovrapponendo alcune cannucce colorate. "Mi sono riciclato come artista dopo aver perso il lavoro". E ai giovani dice: "Imparate sempre a crederci".

Andrea Polenghi, artista milanese

Andrea Polenghi, artista milanese

Milano, 5 ottobre 2015 - “La crisi può far male. Ma in alcuni casi è anche un’opportunità straordinaria per reinventarsi”. Andrea Polenghi, artista 60enne di Milano, sa molto bene ciò che dice. Nessuno gli ha regalato nulla, se non la voglia di lottare contro le avversità affidandosi al suo estro creativo. Perché si sa, il portafogli più sgonfio provoca patemi d’animo, ma aguzza l’ingegno. La sua mostra, che si poteva ammirare fino a ieri nello spazio espositivo dell’Image Makers Village di Porta Genova, a Milano, risalta in mezzo agli altri stand per i giochi cromatici delle sue opere, realizzate sovrapponendo delle cannucce colorate. Sulle pareti campeggiano ritratti di celebrità del calibro di Freddy Mercury e Marilyn Monroe, ma anche immagini accattivanti di vecchi slogan pubblicitari, senza dimenticare i protagonisti dei fumetti e i super eroi. 

In poco tempo si raduna una folla di curiosi. Sarà perché non ti accorgi subito che i suoi non sono affreschi o disegni, ma composizioni di tubicini colorati spesso destinati a morire sul fondo di un bicchiere. L’effetto è simile a quello dei dipinti impressionisti: i particolari diventano più nitidi man mano che ci si allontana, anche se i colori sgargianti fanno molto pop art. Un lavoro meticoloso, che richiede da due a quattro settimane. Le cannucce non sono incollate, ma semplicemente messe l’una accanto all’altra in modo da ottenere strati di colore uniformi ed evitare sgradevoli effetti ottici. Generalmente si comincia da una foto in bianco e nero: lo scopo è quello di studiare gli effetti di luci e ombre e immaginare la suddivisione in cromie del soggetto prescelto: “Ho sempre avuto la passione per l’arte – spiega Andrea – ma l’idea è nata una decina di anni fa. Rientrando a casa una sera vidi un gruppo di cannucce ammontichiate per terra. All’inizio non ci feci caso, ma poi mi resi conto che sovrapponendole avrei potuto realizzare qualcosa di particolare”. 

Un ritratto del celebre cantante dei Queen Freddy Mercury, morto nel 1991La cosa rimane sospesa fino al 2011 quando Andrea, con un passato nel mondo del design e della grafica pubblicitaria, è costretto a chiudere la sua attività a causa della recessione. “In realtà non era un problema - ricorda - perché nel 2012 sarei dovuto andare in pensione, ma poi con la legge Fornero mi sono ritrovato nella condizione di dover aspettare altri 7 anni”. Ed è in quel momento che decide di reagire estraendo il classico coniglio dal cilindro: “Da ragazzo avevo frequentato il liceo artistico di Brera, diplomandomi nel 1969: è stato come rispolverare idee lasciate per anni in un cassetto. Così ho iniziato a sperimentare nuove tecniche con materiali molto poveri, perfino delle scatole, fino ad arrivare alle cannucce e ai ritratti.” C’è molto di Andy Wharol nelle sue creazioni, ma si percepisce anche l'influenza di alcuni frammenti di vissuto. Prima di scoprire il magico mondo delle cannucce colorate Andrea aveva sempre guardato verso l'alto, apprezzando alcuni lati nascosti di Milano ai quali in pochi sembrano far caso. Uno su tutti gli attici dei palazzi liberty che, a suo dire, hanno molto più verde dei parchi. “Guardavo sempre quei piccoli giardini tra le nuvole, invece quella sera vidi per la prima volta ciò che stava per terra". Anche per questo vicino a un paio di "affreschi" di plastica alcune cannucce rimangono sul pavimento, quasi a ricordare gli inizi di una carriera nata per caso, ma che sembra destinata a durare. Lo dimostrano le tante esposizioni alle quali ha partecipato, sfruttando gli spazi gratutiti di bar e hamburguerie. E, recentemente, ha esposto le sue opere anche nel palazzo del Sole 24 Ore. "Mi ispiro a Picasso - aggiunge - perché aveva la capacità di andare sempre oltre l'ovvio".

Qualcuno comincia a prendere delle cannucce e a giocarci un po', magari cercando di rubare ad Andrea i segreti del mestiere. Lui osserva con una risata e ci tiene anche a precisare con sottile ironia: "Le utilizzo solo per i miei lavori, mai per bere. Sai com'è, non vorrei passare dai batteri ai clienti." Poi ritorna serio: "Ai giovani e a chi perde il lavoro dico: imparate a crederci".