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Cultura e Spettacoli

La Scala rende omaggio a Puccini, “genio precursore”. Dagli archivi della Ricordi un tuffo nel Novecento del compositore toscano

L’opera, il cinema e i viaggi in una mostra memorabile che sarà possibile visitare fino al 12 gennaio 2025. Ed entra in gioco anche l’intelligenza artificiale, che darà vita al finale incompiuto di Turandot

La mostra in occasione del centenario della morte di Puccini ha già fatto tappa a Berlino

La mostra, organizzata in occasione del centenario della morte di Puccini, ha già fatto tappa a Berlino

Milano, 24 ottobre 2024 – Giacomo Puccini ha interrogato la sua epoca e, più di altri compositori italiani, ha saputo guardare al mondo intero con le sue trasformazioni, le nuove tecnologie, i nuovi mezzi. A cento anni dalla sua morte l’Archivio Storico Ricordi e Bertelsmann portano alla Scala la mostra “Puccini Opera Meets New Media. Ricordi and the Rise of the Modern Entertainment Industry”: un’esposizione multimediale per scoprire e analizzare l’impatto sconvolgente che i nuovi media dell’epoca - musica registrata e film - ebbero sull’industria dell’intrattenimento, sulla cultura e sulla società. Inaugurata a Berlino lo scorso aprile, la mostra approda a Milano, al Museo Teatrale alla Scala fino al 12 gennaio 2025, ed è stata realizzata con il contributo del Comitato promotore delle Celebrazioni Pucciniane. 

Una Turandot tecnologica

Fra i documenti dell’Archivio Storico Ricordi esposti vi sono alcuni bozzetti inediti per il duetto finale di Turandot, che Puccini aveva portato con sé a Bruxelles prima di morire, e un’animazione che utilizza l’Intelligenza artificiale per ricreare le scenografie dell’opera incompiuta secondo le intenzioni originarie del compositore. Pierluigi Ledda, direttore dell’Archivio Storico Ricordi, spiega: “Lo sviluppo delle scenografie di Turandot attraverso l’AI è un forte esempio di riattivazione dell’Archivio attraverso una tecnologia attuale, non un mero esercizio tecnico, ma la volontà di avvicinare una prospettiva artistica contemporanea al nostro patrimonio e in qualche modo incoraggiarne il dialogo”. Il direttore ricorda inoltre che “l’Archivio non è solo un deposito di importanti reliquie del passato, ma materia viva in grado di evidenziare costanti storiche, nel mondo della musica e più in generale della creatività. Applicazioni come quelle di Turandot ci aiutano a immaginare ciò che gli archivi potranno dire ai contemporanei oggi e in futuro”. 

L'intelligenza artificiale darà forma al finale incompiuto dell'opera forse più famosa di Puccini
L'intelligenza artificiale darà forma al finale incompiuto dell'opera forse più famosa di Puccini

Dal grammofono al cinema

L’esposizione è curata dal direttore scientifico dell’Archivio Ricordi, Gabriele Dotto, e dalle musicologhe Christy Thomas Adams e Ellen Lockhart che raccontano: “È il primo Novecento: il mondo sta vivendo una trasformazione senza precedenti. Nuove tecnologie, considerate fino a pochi anni prima semplici curiosità, diventano parte integrante della quotidianità della società occidentale; il grammofono, per esempio, porta la musica e il teatro direttamente nelle case, scuotendo dalle fondamenta l’esperienza d’ascolto e fruizione di un genere come l’opera”. Poi, l’espansione del cinema. “Giacomo Puccini, autore già affermato e destinato a diventare il più famoso compositore d’opera vivente e uno dei maggiori successi economici di Casa Ricordi, si trova - ricordano - con il suo editore al crocevia di questi cambiamenti epocali. Quali impatti avrebbero avuto le sfide della modernità sull’editoria, sui diritti d’autore, sul teatro dal vivo? Andavano affrontate con creatività e accolte come occasioni per avvicinare un pubblico sempre più ampio e variegato al mondo del melodramma”.

Dagli Archivi storici della Ricordi un ricco repertorio di documenti unici e originali che permetteranno d'immergersi nel pieno del Novecento
Dagli Archivi storici della Ricordi un ricco repertorio di documenti unici e originali che permetteranno d'immergersi nel pieno del Novecento

La nascita del “brand” Puccini

La mostra propone sia la collezione musicale di Puccini, sia i materiali esposti, le installazioni descrivono le sfide dei nuovi media dell’epoca sul diritto d’autore, la costruzione del “brand” Puccini e i viaggi transoceanici del compositore per la promozione delle sue opere. Per il curatore Gabriele Dotto rappresentano uno dei contenuti più sorprendenti della mostra: “Non sono mai stati mostrati in pubblico prima, il che di per sé li rende piuttosto speciali. E sono accattivanti su più livelli: gli studiosi di musica saranno incuriositi dal loro aspetto di complessità insondabile; i compositori sorrideranno riconoscendo l’apparente caos di questa sorta di ‘appunti privati’; ma tutti i visitatori saranno toccati da uno sguardo a queste ultime testimonianze del processo compositivo di un grande compositore”.