Milano, 30 giugno 2020 - L’ultimo è stato ieri mattina Luca Carboni tra le 5 e le 6. Con le sue selezioni musicali, infatti, l’uomo dal fisico bestiale è stato protagonista sulle frequenze di Radio Italia dell’ultimo miglio della maratona corsa nel weekend, un’ora ciascuno, assieme ad altri 44 colleghi per raccontare con aneddoti, ospiti, ricordi e canzoni, il proprio mondo. Max Pezzali ha scelto una playlist tutta anni ’80, Paola Turci una selezione al femminile in bilico tra la A di Alice e la R di Giuni Russo, Ligabue è tornato ai suoi amori musicali di ragazzo, mentre Zucchero e Achille Lauro hanno collezionato successi anni Sessanta. Tutto in onda su Radio Italia, Radio Italia Tv, e in streaming su radioitalia.it, oltre che sui profili social dell’emittente milanese. C’era una nuova veste grafica da lanciare e la radio ha voluto farlo con 45 testimonial d’eccezione, tra cui Laura Pausini, Claudio Baglioni, Tiziano Ferro, Marracash, Ghali e tanti altri ancora, compreso Massimiliano Pani nelle veci di mamma Mina e Ivano Fossati.
«Avremmo dovuto presentare ufficialmente questo nostro “restyling” in occasione della conferenza di presentazione del nostro abituale concerto in Piazza Duomo, ma le contingenze ci hanno costretti a cambiare programma e a ragionare su altro", spiega il direttore marketing dell’emittente Alessandro Volanti. "L’idea di assegnare un’ora di trasmissioni ciascuno agli artisti è venuta da lì; unica richiesta, ovviamente, quella di limitare le selezioni alla musica italiana". Fra i più programmati, sono emersi due artisti su tutti: Lucio Dalla e Lucio Battisti. Ma anche Jovanotti, Vasco Rossi, e, fra i più giovani, Ghali, Calcutta e Diodato. Omaggio a Pau Dones da parte di Jovanotti e Francesco Renga. "Organizzare il tutto è stato faticoso, ma non complicato", assicura Volanti costretto, come tutti i radiofonici, a fare i conti con i postumi di quel lockdown che - col passo indietro di gran parte degli investitori a seguito dell’azzeramento, o quasi, dei consumi - ha finito per svuotare le casse. Un crollo che nel periodo più critico sembra essersi aggirato attorno al 70%.
«C’è ancora molto da fare, ma il mercato è ripartito. Per recuperare visibilità durante l’isolamento ci siamo inventati con le altre emittenti iniziative come “Musica che unisce”, “La Radio per l’Italia”, “I love my radio” ed altri momenti. Ma l’abbiamo fatto per recuperare terreno più nei confronti del mercato che dei radioascoltatori, oerché è vero che il blocco della circolazione ha avuto ripercussioni sugli ascolti (secondo i dati IFPI, in Italia il 76% di chi ascolta musica lo fa in auto e il 43% nel tragitto casa-ufficio - nda), ma è anche vero che durante il lockdown la gente non ha rinunciato troppo alle sue abitudini e continuato ad ascoltare i nostri programmi da casa".