Milano, 17 novembre 2023 – Prima la passione per gli eroi di Walt Disney, che da bimba amava ridisegnare anche ricalcandoli, poi la scoperta degli anime, i cartoni giapponesi trasmessi sul piccolo schermo da programmi diventati cult come ‘Bim Bum Bam’. Così l’amore per il disegno si è trasformata in qualcosa di più importante e oggi Paola Montrone, 32enne milanese e impiegata in un’azienda, ha la soddisfazione di vedere le sue storie fantasy pubblicate da Tora Edizioni. Protagonisti Eris e Drake, un ragazza e un tritone: a Lucca Comics avrebbe dovuto presentare il terzo volume del suo manga intitolato Nixe “Non ho fatto in tempo e per fortuna nessuno mi fa fretta: a Natale sarà pronto”.

Quando e come nasce la passione per il disegno?
“Da quando ero bambina. E' iniziato tutto guardando i cartoni animati firmati Walt Disney. Mi piacevano le storie, ma soprattutto amavo quei disegni. Così, ogni volta provavo a riprodurli sui miei album”.
Risultato?
“Non uscivano proprio uguali. Così, a volte, fermavo la videocassetta, prendevo foglio e matita e ricalcavo il disegno, spacciandolo per farina del mio sacco (ride, ndr)”.
Dalla Disney agli anime
“Quando frequentavo la scuola elementare e la scuola media, il pomeriggio guardavo 'Bim Bum Bam' (il programma televisivo destinato a bambini e ragazzi, ndr). Qui ho conosciuto le anime - opere di animazione di produzione giapponese - anche se ancora non sapevo che questo era il loro nome. Per me erano semplicemente cartoni animati”.
E infine i manga
“Sì, la mia passione per gli anime era molto forte. Ho iniziato a imitare quello stile e a informarmi riguardo quel genere. Così ho scoperto che arrivavano dai fumetti, i manga giapponesi. A quel punto mi si è aperto un mondo, il mio mondo”.
Il manga alla quale è più legata?
“Inuyasha di Rumiko Takahashi. L'ho scoperto quando andò in onda su Mtv, me ne innamorai subito”.
Che tecniche usa quando disegna?
“Inizialmente usavo solo carta e matita. Poi, a 22 anni mi è stato regalato l'Ipad e da quel momento ho utilizzato il digitale. Però, il primo disegno in digitale l'ho fatto sul telefonico utilizzando un'app. Faticosissimo, ma è stata un'esperienza utile”.

Il digitale è più facile o più difficile?
“Più comodo. A parte il fatto che non c'è spreco di carta, per molte cose ti semplifica il lavoro: per esempio, non devi cancellare con il rischio di rovinare il foglio, oppure non ti si creano sbavature. Due cose che mi facevano arrabbiare tantissimo”.
Ha imparato da sola a usare la tavoletta grafica?
“Ho imparato tutto da sola. Non ho mai seguito corsi di alcun tipo, neppure i tutorial di cui il web è veramente pieno. Mi capita di seguire qualche live su Twitch quando ci sono artisti che disegnano o colorano, ma niente di più”.
Nessuno studio che riguardo il disegno o l'arte?
“Mi sono diplomata alla scuola di Moda di Milano. Ma i disegni che venivano richiesti non rappresentavano il mio stile. Ci chiedevano figurini stilizzati e affusolati. Io amavo disegnare in modo completamente opposto”.
Autori a cui si è ispirata?
“Sicuramente Rumiko Takahashi, autrice del mio manga preferito. Ma anche Naoko Takeuchi, autrice di 'Sailor Moon'. Però devo ammettere che ogni volta che sfoglio un manga e c'è qualcosa che mi piace, prendo ispirazione. Poi, chiaramente, sviluppo quel particolare nel mio stile".
Cosa disegna con più piacere?
“Il genere fantasy è quello che preferisco, anche quando devo scegliere un libro da leggere. Inizialmente disegnavo solo figure femminili. Poi, mi sono evoluta e sono arrivati anche i personaggi maschili”.
Anche il suo manga, 'Nixe', è un genere fantasy
“Sì, i due protagonisti sono una ragazza, Eris, e un tritone, Drake. Ho da sempre la passione per le sirene e il mondo marino, ma stavolta ho voluto invertire i ruoli. Mi piace l'idea di far incontrare e far fondere due mondi differenti”.
I suoi personaggi, da cosa parte per disegnarli?
“Dagli occhi. Trovo siano la parte più importante e più bella. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, giusto? Credo sia lo stesso anche nel disegno. Pensi che spesso acquisto manga solo perché mi colpiscono gli occhi dei personaggi in copertina”.
Effettivamente gli occhi di Eris non passano certo inosservati...
“Eris è una ragazza molto dolce e romantica, che da sempre sogna il vero amore ed avventure magiche e fantastiche. Volevo che dai suoi occhi trasparisse un po' di tutto questo”.

Eris troverà il vero amore?
“L'incontro con Drake le cambierà la vita. Ma per scoprire cosa accadrà tra i due, dovrete aspettare il terzo volume. Non spoilero assolutamente niente”.
C'è sempre un lieto fine...
“Non è detto. Magari c'è, ma non è quello che immaginiamo. Oppure non c'è, ma è solo un momento di transizione per arrivare a una scelta diversa che non riusciamo subito a vedere e non sappiamo arriverà. In fondo, come nella vita reale...”
Quanto c'è di lei nella storia?
“Molto. Ogni personaggio ha qualcosa di me, del mio carattere o di un'esperienza che ho vissuto”.
Com'è nata l'idea di disegnare un manga?
“Disegna e disegna...è nata una storia. Con personaggi, sfondi e dialoghi. Ma da lì a proporla a un editore ne è passato di tempo. Del resto, fino a qualche anno fa, il manga italiano non era molto conosciuto. E non avrei mai pensato di trovare il coraggio di buttarmi in questa avventura”.

Ma ce l'ha fatta...
“Nel 2019 ho proposto la mia prima storia a varie case editrici, ricevendo un po’ di rifiuti, ma questo non mi ha fermata. Perché alla fine ho trovato qualcuno disposto a credere in me e nelle mie capacità. Mi era stato suggerito di creare, però, un’alternativa più breve, rispetto a quella proposta, che era una storia molto impegnativa. All’inizio ero dispiaciuta, perché si sa, la storia che si propone è quella a cui siamo più affezionati, ma volevo così tanto mettermi alla prova che ho scritto un racconto breve nel giro di una settimana. È piaciuto molto e mi hanno dato fiducia. Ho iniziato a disegnare ed è nato 'Nixe'".
Ed è arrivato anche il secondo volume
“Nel secondo volume ho cercato di approfondire di più disegnando aspetti diversi dei protagonisti”.
Che differenza c'è tra lavorare su un suo progetto e lavorare per un editore?
“Da soli ci si organizza con i proprio impegni e il proprio tempo libero. E se devo prendere una decisione, ci penso io. Se hai un editore, hai tempi da rispettare e persone con cui confrontarti e parlare. Non è facile, soprattutto per chi, come me, fa un altro lavoro”.
Ma è riuscita a conciliare tutto
“La mia casa editrice, Tora Edizioni, è fantastica, perché nessuno mi mette fretta per finire un disegno. Che poi, alla fine, lavorare troppo su una tavola è deleterio. Da soli si prova a raggiungere la perfezione che chiaramente non arriva mai e hai solo perso tempo”.
A cosa sta lavorando in questo periodo?
“Al terzo volume di 'Nixe'. Avrei voluto terminarlo in occasione di Lucca Comics ma non ci sono riuscita. Spero per Natale o, al più tardi, inizio 2024. È un volume doppio perché avevo troppo da dire e da disegnare".

Come si spiega questo boom dei manga?
“Credo che molti giovani si siano avvicinati a questo genere durante la pandemia. Costretti a casa, in tanti hanno trascorso il tempo sulle piattaforme streaming (Netflix e Prima Video) e hanno scoperto gli anime. Di conseguenza i manga”.
Poi, tutti in libreria
“Prima i manga si trovavano solo nelle fumetterie e in qualche edicola ben fornita. Adesso è pazzesco, molte librerie hanno sfruttato il momento e qualcuna ha addirittura arredato una parte del negozio in stile giapponese e offre volumi di qualsiasi genere”.
Il futuro del manga italiano?
“Una bella incognita. Sicuramente è cresciuto rispetto a quando io ero una ragazzina. Però, c'è ancora molto da fare e spetta a noi artisti cambiare le cose. Più che altro, credo si debbano abbattere certi pregiudizi: il manga non è solo quello giapponese”.

Sicuramente non è semplice farsi conoscere
“I social network sono fondamentali. Ma sono anche un lavoro. Non si tratta solo di avere una propria pagina dove si racconta il proprio lavoro o si mettono fotografie. Bisogna riuscire a trovare il tempo per interagire con i propri follower e saperli coinvolgere”.
Lei ci riesce?
“Ho una fanbase della quale non mi posso assolutamente lamentare. I follower sono i miei cuoricini e non potrei mai fare a meno di loro”.
A proposito, lei su Instagram è Ranyuki, cosa significa?
“È un nome d'arte nato quando ho iniziato a proporre il mio manga. Volevo fosse rappresentativo di me, facile da ricordare e da pronunciare. Ran in giapponese significa orchidea, mentre yuki neve. Due cose che amo moltissimo”.
E l'immagine del profilo?
“Sono io. Mi sono fatta un autoritratto. Ma cambio spesso l'immagine. Se ne realizzo una che mi piace, la sostituisco subito”.
Sempre più fiere di fumetti, le piace partecipare?
“Assolutamente sì e poi sono una vetrina importante. Molte persone si avvicinano incuriosite e, anche se non acquistano il tuo manga, prendono il tuo bigliettino e ti vengono a cercare sui social. Poi, magari decidono di 'seguirti', si affezionano e la volta dopo vogliono leggerti. Non vedo l'ora di Milano Games Week e Cartoomics dal 24 al 26 novembre".
Il ricordo più bello?
“Lo scorso anno a Lucca Comics. Una ragazza è passata da me e si è messa a piangere. Non pensavo che il mio manga potesse emozionare fino a questo punto. Ci siamo abbracciate e anche io non sono riuscita a trattenere le lacrime”.
Quindi 'Nixe' è assolutamente da non perdere...
“Lo definisco un balsamo per il cuore. Penso che sia l'occasione per immergersi in un mondo fantastico ma ricco di emozioni. E poi, è una storia breve che dura solo tre volumi. Perchè non darle una possibilità?”.
Un sogno nel cassetto?
“A parte un viaggio in Giappone, mi piacerebbe creare illustrazioni e venderle, magari in un mio stand a una fiera dei fumetti. Ma, soprattutto, vorrei realizzare un altro manga, quello della mia prima storia. Ci vorrà del tempo perché sono dieci volumi, ma prima o poi arriverà. Perché un manga può anche essere italiano”.