Milano, 6 giugno 2018 - Sembra emozionato, e un poco più pallido, Roberto Bolle, amabile come sempre nel presentare la sua - lo è davvero - settimana milanese della danza. Si chiama “On Dance” nel senso che vuole accendere di balli e balletti tutta la città di Milano, con un fitto calendario dall’11 al 17 giugno. Il sindaco Sala ha rivelato che questa week - una delle molte della fibrillante programmazione cittadina - è nata “in corsa” da un’idea saltata fuori durante un aperitivo a dicembre. La città di Milano, in pochi mesi, abbattendo i tempi burocratici e offrendo i luoghi l’ha fatta sua, nel mix pubblico-privato che ha scelto di sposare: ci sono soldi del ministero per la Cultura, di Intesa San Paolo, di Bmw, Bulgari e Tod’s, e ci sono partnership con Radio Deejay, l’Accademia della Scala e i Pomeriggi Musicali. «La mia intenzione è di regalare a Milano una settimana in cui la danza diventa protagonista – spiega Bolle – perché è sempre stato importante per me portarla fuori dai luoghi in cui la si fa abitualmente, perché non sia più un’arte distante dal pubblico. Non tutti possono andare alla Scala. I miei gala all’Arena di Verona o nella Valle dei Templi o a Caracalla cercano proprio di diffonderla».
Perché adesso invece Milano?
«On Dance a Milano è diventato possibile dopo le mie due serate in tv con uno share altissimo e soprattutto con il gradimento popolare. Lì ho proposto la danza reinventata per lo schermo e non solo quella classica. Così farò adesso in tanti spazi della mia città. Sono piemontese, ma amo Milano, che mi ha adottato da quando a 11 anni sono entrato alla scuola di ballo della Scala. On Dance è un modo per restituirle un poco di quello che mi ha dato. Quasi tutto è gratuito e ci sono borse di studio in palio perché la formazione costa. I problemi organizzativi e logistici non sono pochi, ma si superano con l’entusiamo e la voglia di fare. Cominceremo dall’ouverture al Castello Sforzesco, un luogo del mio cuore, perché d’estate con la compagnia della Scala ho ballato lì Don Chisciotte, Lago dei cigni, Giselle. Non ci sarà posto per tutti; meglio venire presto. Ma ci sarà un maxischermo».
Somiglierà al flash mob virale in rete dello scorso 29 aprile, giornata mondiale della danza?
«Nel senso di avere un enorme riscontro me lo auguro, ma senza scompiglio nell’ordine pubblico. Ci hanno rimproverato perché l’abbiamo fatto, i miei amici della Scala e io, senza chiedere ufficialmente l’autorizzazione».
Promette, “farò qualche blitz a sorpresa”.
Con quali criteri ha scelto i contenuti di questa prima edizione di On Dance?
«Come sempre, la priorità sono le proposte di qualità; l’offerta è per tutti, anche bambini. Io stesso sono stato “Paperinizzato” per loro in questa occasione».
Segno, una volta di più, che famoso lo è proprio. Tanto. “On Dance” è l’inizio di una nuova carriera, di produttore e organizzatore, con la sua Artedanza per l’amatissimo Roberto?
«È ormai una realtà, mi sono reso conto che spesso mi sono successe cose che non avrei mai sperato; un passo alla volta, si sono aperte delle strade e ho colto le opportunità che si sono presentate. Sono consapevole del mio peso nel panorama della danza italiana e delle mie responsabilità. Faccio le cose quando sono certo del valore, ma accetto la sfida mirando in alto».
Nascerà una Roberto Bolle Dance Company?
«Ora preferisco la formula dei gala “Roberto Bolle and friends” che mi permette di confrontarmi sempre con nuovi repertori e nuovi artisti, di reinventare ogni volta, con la libertà artistica di decidere».