GIAN MARCO WALCH
Cultura e Spettacoli

Le 'cose in versi' di Rodari su Milano

A 40 anni dalla morte dell’autore, le filastrocche che raccontano la città. Ma guai a chiamarle poesie

Gianni Rodari

Milano, 16 aprile 2020 - Si rifiutò sempre di chiamare “poesie” le “cose in versi” che faceva: “Sono giocattoli, o comunicazioni in musica”. O, perché no?, “filastrocche”: la prima fu quella “per Ciccio”, apparsa sulla pagina dedicata alla famiglia che usciva su “l’Unità”, il quotidiano di Milano del Pci al quale lavorò dal 1947 al 1950. Poi di filastrocche “in cielo e in terra”.

Gianni Rodari, di cui si ricorda in questi giorni la scomparsa quarant’anni fa, ne scrisse tante: versi scanzonati, allegri, ricchi d’ironia, fra il non-sense e riferimenti concreti, che guidavano i suoi piccoli lettori su divertenti quanto utili binari. Riferimenti anche proprio a Milano. Vedi, meglio, leggi “Teledramma”: “Signori e buona gente, / venite ad ascoltare: / un caso sorprendente / andremo a raccontare. / È successo a Milano / e tratta di un dottore / che è caduto nel video / del suo televisore”. O “Il panda e la panda”, altre quartine di leggerissimi doppisensi: “Un bel panda tibetano / di passaggio per Milano / incontrò, con gran stupore, / una panda… col motore!”. Appare, Milano, anche in favole di Rodari in prosa, sempre quasi aerea. Leggi, meglio, rileggi, “Il Semaforo Blu”: “Una volta il semaforo che sta a Milano n piazza Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu”.

Nato a Omegna, sul lago d’Orta, nel 1920, Gianni Rodari, che morirà a Roma nel 1980, approdò a Milano nel 1947. E il suo debutto come giornalista fu subito memorabile. “L’Unità” lo incaricò di seguire la tragedia di Loano, il 14 luglio: 44 bambini milanesi di quella colonia marina annegati a cento metri dalla spiaggia di Albenga. Scrisse Rodari: “Tutte le mamme di Milano ieri hanno pianto. Nell’atrio della Torre del Filarete, senza conoscersi, si gettavano una nelle braccia dell’altra”. Una commozione sincera, non retorica, quella di Rodari. Che non gli impedì di venire scomunicato, quattro anni dopo, dal Vaticano: il suo “Manuale del Pioniere” venne bollato libro di “un ex seminarista cristiano diventato diabolico”. Mah, chi ha detto di recente: “Satana è entrato nella Santa Sede”?