REDAZIONE MILANO

Rossana Casale: io, fra musica e parole per riflettere sul mondo

Canta Edith Piaf e legge Pessoa di MARCO MANGIAROTTI

AL BLUE NOTE Rossana Casale in “Round Christmas”, nuovo spettacolo natalizio

Milano, 23 dicembre 2015 - In giro, ma anche intorno a Natale, “Round Christmas” come “Round Midnight” di Monk. Rossana Casale è in Puglia a Ostuni, «Quando sei in tour sai solo dove mangi, dormi e suoni. Siamo partiti il 15, alla fine di X Factor, facciamo una data al giorno. Mi avevano chiesto una data a settembre del concerto del vecchio tour, ma l’ho cambiato totalmente».

Era l’album con le canzoni di Natale?

«Era il repertorio americano anni ’40 e ’50 di “Merry Christmas in Jazz”, uscito nel 2009, il songbook natalizio che fanno tutti i cantanti di jazz. Le ho portate per tre anni in tour a dicembre: bellissime ma con testi che oggi sento troppo lontani da quel che succede intorno a noi. Erano figli delle speranze, dei sogni e della voglia di vivere del dopoguerra. Così ho iniziato una lunga ricerca su internet, YouTube e nella mia biblioteca sonora e non solo. Ho anche cambiato il gruppo, sono accompagnata da Emiliano Begni, pianoforte, Ermanno Dodaro, contrabbasso, Francesco Consaga, sax soprano».

Come è cambiato?

«Il lavoro teatrale su “Il Signor G e l’amore” mi ha portato a una nuova forma di teatro canzone, con il jazz, parole e letture. Ho cercato quindi canzoni e testi più consoni a questo Natale. Non possiamo girare la testa dall’altra parte, dove dobbiamo essere presenti e seri nel vivere. Questo non vuole dire essere tristi ma anzi, come ci insegna il blues, vuole dire guardare in faccia il dolore».

Puoi raccontare le tue scelte?

«I cantautori del mondo: Maria Bethania, Tom Waits, George Brassens, Gilberto Gil, Edith Piaf, Henry Salvador e come nel concerto dedicato al Signor G, completo la scaletta con la poesia di Fernando Pessoa (Poema do Menino Jesus), di Gianni Rodari (Un abete speciale) e con un passo tratto dal bellissimo libro di Erri De Luca “Nel nome della madre”, dove Maria, dopo aver partorito, sola con il suo piccolo, implora Dio di lasciare il suo Jeshus a un futuro più normale. Con Invocaçao di Maria Bethania. Rodari per “Le Noël de la rue” di Edit Piaf, che parla di un Natale povero del dopoguerra. Pessoa per “Se eu quiser falar com Deus” di Gilberto Gil. Finiamo il concerto con un brano che cantava Luis Armstrong: “Zat you Santa Claus?”».

Ci puoi dare le altre canzoni?

«“Chocolate Jesús”, “Carol of the bells”, “A cradle in Bethlehem”, “Le Père Noël Et La Petite Fille”, Silent night”, “C’est Noël, Mamie”».

Qualche flash su X Factor?

«Esperienza importante per una come me che vive ai margini. In fondo stavo sempre al pianoforte, l’esperienza Tv la vivi meno. Bellissimo lavorare con Luca Tommassini, ascolta sempre i desideri dei ragazzi, li fa sentire a loro agio. E loro hanno il motore acceso al massimo oggi. Sono più presenti e scafati di anni fa. Bello vederli così ambiziosi e testardi. Mi ricordano me agli inizi. Sapevo quello che volevo».

Insegnare a Parma è l’altra parte della tua vita.

«Insegnare in Conservatorio, specialmente quello, è la cosa più bella che potesse capitarmi. I ritmi sono sicuramente diversi e si preparano progetti culturali alti e anche difficili. Mi tiene sempre sui libri, studio, leggo, imparo. Sono docente e alunno. Meraviglioso!»

Blue Note, via Borsieri 37, ore 21