MARIACHIARA ROSSI
Cultura e Spettacoli

Torna Shade ed è “Diversamente triste”: sono la faccia pulita del rap

Il cantante dalle hit da milioni di clic su YouTube esce dopo 5 anni con un nuovo album: è la mia rinascita, nel disco racconto i momenti bui che ho vissuto

Vito Ventura, in arte Shade, 35 anni

Milano – Lo avevamo lasciato nel 2018 quando rompeva l’internet – così come si dice in gergo – pubblicando l’album “Truman”, preannunciato dal singolo “Amore a prima insta”, brano da 34 milioni di visualizzazioni. Molto suo, molto da Shade, con quel pizzico di ironia nerd che lo contraddistingue dagli inizi e che continua a renderlo genuino agli occhi del pubblico di ogni età.

Da quel momento in poi l’artista, all’anagrafe Vito Ventura, rapper e doppiatore nato a Torino, pur continuando a inanellare successi uno dopo l’altro, come la partecipazione al Festival di Sanremo con l’amica e collega Federica Carta, l’uscita del brano “La hit dell’estate" nel 2019 e altre collaborazioni, ha vissuto una fase di stallo dal punto di vista creativo che lo ha portato a rimandare l’uscita del quarto album della sua carriera, “Diversamente triste”, fino a pochi giorni fa. "Fenice è la canzone del disco a cui sono più legato perché racconta nel bene e nel male le difficoltà vissute durante la pandemia e nel periodo immediatamente successivo, dove mi sono dovuto per forza di cose fermare, e di come mi ha aiutato a maturare. Oggi ho una nuova corazza e la consapevolezza che in un percorso di crescita sono più importanti i giorni di recupero rispetto a quelli di allenamento".

Si è mai sentito preso di mira dalla critica in questi ultimi anni? "Parecchio. La cosa peggiore è essere stato identificato come un cantante da hit estive. Ma il problema è che la gente ha la memoria corta e uno sguardo parecchio superficiale, se non sente una canzone passare in radio o alla televisione sembra che non sia mai esistita. Per esempio ho da poco pubblicato una “battle di freestyle" che tra gli amanti del genere ha “spaccato“".

Si è fatto conoscere al grande pubblico nel 2017 con “Bene ma non benissimo", ci racconta come è nata? "Avevo appena ricevuto la base e ho pensato “questa è una tamarrata”. Ridendo e scherzando continuavo a dire “Bene ma non benissimo”, così in dieci minuti ho scritto il ritornello e l’ho mandato al mio manager che è letteralmente impazzito. Spesso i successi nascono proprio così, senza stare troppo a pensarci".

Nel 2023 Shade come si definisce?

"Mi piace definirmi ancora un rapper sebbene non faccia parte di quella categoria hardcore che va tanto ora e che parla solo di violenza. Anzi, spesso mi viene da ridere quando sento certe strofe da ragazzi di strada provenire da rapper di 18 o 19 anni. Io non cerco di essere diverso da quello che sono ed è anche per questo motivo che sono comunque rispettato da mostri sacri come Marracash o Salmo".

Ha in serbo qualche collaborazione di prestigio?

"In realtà prima della pandemia ne avevo realizzata una con i Pinguini Tattici Nucleari e un’altra con Rosa Chemical ma poi per colpa degli impegni reciproci non sono mai uscite. Chissà che non si possa rimediare in futuro..."

Ha ancora un sassolino da togliersi dalla scarpa?

"Direi di sì. Il sogno è riuscire a riempire un palazzetto ma ci riuscirò a modo mio, senza “aiutini", anche se dovesse servire del tempo per farlo".