DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Slava’s Snowshow, al Piccolo lo spettacolo del curioso clown e mimo russo

"Un giorno ho capito che volevo creare uno spettacolo che ci potesse riportare ai nostri sogni di bambini"

Lo spettacolo al Piccolo

Milano, 23 dicembre 2018 - La neve tarda ad arrivare. In città il Natale ha una strana tinta grigio smog. Ma poco male. Ci pensa il teatro a compiere il miracolo, facendo nevicare su largo Greppi. Una magia. Che per l’ennesima volta sta per riempire lo Strehler di un’atmosfera ovattata, in grado di cullare come una malinconia. O di travolgere come il più pirotecnico degli spettacoli. È lo Slava’s Snowshow, che dal 27 dicembre torna al Piccolo per affascinare grandi e piccini (età consigliata: dagli 8 anni). Un classico del nouveau cirque. Come dimostrano le venticinque stagioni di repliche in centinaia città nel mondo, per un totale di milioni e milioni di spettatori.

«Un giorno ho capito che volevo creare uno spettacolo che ci potesse riportare ai nostri sogni di bambini, che potesse aiutare le persone adulte a tornare alla loro fanciullezza…», racconta Slava, curioso clown (e mimo) russo, nato in un paesino sperduto fra le foreste ma folgorato sulla via del circo grazie ai grandi maestri visti al cinema e in tv: Chaplin, Leonid Engibarov, Marcel Marceau. Ora gira in tuta gialla, pantofole rosse e sciarpa al collo, uniforme d’ordinanza per guidare una compagnia di artisti internazionali. Lo spettacolo è un evergreen del Piccolo, in bilico fra tradizione e ricerca, perfezione e improvvisazione. Dove la neve è cuore di un lavoro dove si ride. Parecchio. Ma in cui si scopre anche tantissima dolcezza, la bellezza dei numeri più difficili, un pizzico di adrenalina, la poesia di un gesto.

Di corsa verso quel finale in cui la platea si riempie di giganteschi palloni colorati. E ci si emoziona. «Volevo capire come fondere il dramma con la risata – spiega Slava – per misurare come un personaggio mite e indeciso può mostrarsi al pubblico di oggi, abituato a un caleidoscopio di eventi, colori, suoni. Desideravo che il protagonista fosse epico e lirico, tenero e travolgente, sveglio e naif. Anche il mio personaggio è evoluto. Il mio gentile e commovente Assissai è cresciuto con me, diventando pensieroso ed esitante».