ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Lo Stato Sociale al Giorno: “Una vita in vacanza”, perché no?

Dal brano di Sanremo al live, il gruppo si racconta durante la tappa nella nostra redazione milanese

Da sinistra Alberto “Albi” Cazzola, Francesco “Checco” Draicchio, Lodovico “Lodo” Guenzi, Alberto “Bebo” Guidetti, Enrico “Carota” Roberto

Milano, 10 maggio 2018 - «Noi ci saremo». Lo Stato Sociale scherza in redazione al Giorno sul concerto al Carroponte con cui l’8 giugno varano a Sesto il nuovo tour per surfare sull’onda dell’antologia “Primati” e dei consensi che ha riservato loro il secondo posto a Sanremo.

È vero che avete proposto a Baglioni 3-4 pezzi, ma appena ascoltata “Una vita in vacanza”, il suo team ha detto che andava bene così?

Lodo: «Ci hanno raccontato che è andata così. Per noi è quello il pezzo più rappresentativo dello strano mondo che siamo; non è una canzone d’amore, parla di temi sociali, è divertente, contiene una parolaccia. Tutti motivi per cui, noi ingenui, pensavamo che sarebbe stata scartata. E invece i selezionatori avevano capito tutto perché alla fine credo che abbia fatto bene a noi, ma pure al Festival».

Definite il Festival “un colosso naz-pop”, termine che può essere frainteso.

Albi: «Nessuna allusione. È una manifestazione nazional popolare, un po’ il polso del Paese perché rispecchia in qualche modo i tempi, anche se con un po’ di ritardo sulla realtà, con uno sfasamento che è quello in generale degli operatori culturali di questo Paese. Fra pochi anni pure le scelte di Sanremo si avvicineranno a quelle fatte dall’ultima edizione del concertone del Primo Maggio. Com’è fisiologico che sia, ci vuole un po’ di tempo perché le cose si rinnovino».

Qual è il ruolo del talent nella musica odierna?

Bebo: «I talent rappresentano una fetta consolidata del mercato discografico. Il risultato è altalenante, dal punto di vista di conquista del pubblico e mantenimento. Il limite è non riuscire ad avere continuità. Ma la potenza sull’immaginario collettivo è tale da non poter essere ignorato. Ombre e luci sono legate più al meccanismo in sé, che al prodotto».

È vero che, al posto di Paddy Jones, avevate di portare Alba Parietti?

Albi: «Il nostro producer ha fatto sentire il pezzo ad Alba che, molto spiritosamente, s’è proposta d’interpretare lei sul palco la “vecchia che balla”. Ma Paddy Jones è un’altra cosa. È in tour pure lei ma il suo giro di esibizioni non si incrocerà col nostro».

Lodo: «A 83 anni è ancora vitalissima. Alle 4 di mattina noi crollavamo dal sonno, mentre lei voleva andare al casinò».

Bebo: «La cosa di cui è rimasta più stupita è stata che, a Sanremo, tutte le donne di una certa età volevano farsi la foto con lei...».

Il nuovo singolo “Facile” esce il 25 maggio. In “Primati” lo duettate con Luca Carboni, mentre in questa edizione lo cantate da soli.

Checco: «Visto che sul palco Carboni non ci sarà, ricantarla noi è stata una scelta di coerenza».

Oltre alla musica avete le mani in pasta in vari progetti.

Bebo: «Lodo è andato in scena con una rilettura contemporanea de “Il giardino dei ciliegi” che in autunno sarà pure al Franco Parenti di Milano. Io sto curando per Feltrinelli Comics la sceneggiatura di un fumetto realizzato da Luca Genovese in libreria tra ottobre e novembre, invece Albi ha iniziato ad imbastire un nuovo romanzo al momento in fase poco più che embrionale».

Una canzone che vi ha cambiato la vita.

Carota: «Sicuramente “Tribulations” degli LCD Soundsystem».

Un libro?

«Mi verrebbe da dire “Lezioni americane” di Calvino, che funge un po’ da manuale per il funzionamento di questa band».

Il viaggio?

«Sono stato a Cuba prima della scomparsa di Fidel e sono rimasto colpito dall’umanità».

Il film?

Checco: «Le dinamiche umane de “Il grande freddo” di Lawrence Kasdam».

Lo spettacolo?

«Direi 100% di Rimini Protokoll. Una bellissima maniera di portare in scena le persone».