
Stromae
Milano, 28 gennaio 2016 - Sanremo è stato il passepartout, se non seguivi le charts internazionali e i canali musicali, ma il successo planetario di Stromae deve essere visto e capito in concerto. Anche se le sue performance teatrali e contemporanee sono per ora disponibili solo in Dvd con “Stromae Live” (Sony). Impressionante è il linguaggio verticale e intergenerazionale delle sue canzoni, l’approccio multimediale ma senza mai uscire dalla storia del palcoscenico. In questo, molto francese. Interprete, ballerino e mimo, antico ed attuale, sensibile. Il suo nome d’arte significa Maestro in gergo Verlan, che mescola le sillabe delle parole. Mimesi originaria e originale.
Classificato dalla critica erede di Jacques Brel e Charles Aznavour, riprende dal primo la poetica nuda, dal secondo un romanticismo senza paure e vergogna. Vi ritrovate la chanson e l’idea francese di music hall, hip hop ed electrodance, percussioni africane e ballate sentimentali, mentre i testi raccontano storie di migliaia di meticci della sua città, Bruxelles, emigrazione, emarginazione, povertà, destino post coloniale, differenze, in un racconto doloroso, vero, elegante. Paul Van Haver, classe 1985, è semplicemente un artista che sperimenta musica, danza, recitazione, arti visive e moda. Quel che potete vedere nel video di “Formidable”, lui finto ubriaco per le strade di Bruxelles fra la gente che lo soccorre, è un flash della sua performance teatrale. Consigliato, come il suo strepitoso album
di MARCO MANGIAROTTI