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Cultura e Spettacoli

Taylor Swift, concerto a San Siro: tre ore e un quarto di sogni a occhi aperti con la regina del pop

Il suo Eras Tour sfonda - prima volta nella storia - il miliardo di euro in incassi Scaletta di 45 canzoni tra “Midnights“ e “The Tortured Poets Department”. E un’energia infinita che continua a sbalordire i fan di tutto il mondo

Taylor Swift in concerto a San Siro nel luglio 2024

Taylor Swift in concerto a San Siro nel luglio 2024

Quest’anno nell’agenda-concerti del Meazza ci sono sette grandi protagonisti, ma una sola regina. Taylor Swift. Partito quindici mesi fa dallo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, infatti, “The Eras Tour“ riporta l’eroina della Pennsylvania a Milano, il 13 e 14 luglio, tredici anni dopo quella puntata al Forum rimasta finora il suo unico live italiano. Erano i tempi dello “Speak Now Tour“ e lei - comparsa solo quattro mesi prima negli studi di X-Factor per promuovere “Mine” davanti alle telecamere di Rai2 - affrontava il pubblico di Assago non ancora coperta di gloria per la cascata di platini ed ori di cui l’avrebbero sommersa pure da noi hit planetarie come “We are never ever getting back together”, “Shake it off”, “Blank space”, “Style”, “Wildest dreams”, la “I don’t wanna live forever” con l’ex One Direction Zayn, “Look what you make me do”, “Anti-Hero”, “Cruel summer” e tutte le altre.

Tant’è che allora lo show di Taylor prevedeva tredici pezzi, mentre oggi sono una quarantacinquina per tre ore e un quarto di concerto. Tutto senza interruzioni (o quasi) lasciando intendere, dopo quasi cento spettacoli, una resistenza fisica, mentale ed emotiva apparentemente infinita. Insomma, un kolossal da stadi che la racconta album dopo album (o, se si vuole, stagione dopo stagione) un po’ come la mostra che le ha dedicato fino a due mesi fa il Museum of Arts and Design di New York per cavalcare proprio il clamore di questa tournée mondiale impreziosita in autunno dall’arrivo nelle sale del film-concerto di Sam Wrench “Taylor Swift: The Eras Tour” girato tra gli spalti del SoFi Stadium di Inglewood, Los Angeles. Diviso in dieci atti, uno in meno dei capitoli di una discografia varata dalla Swift nel 2006 con l’album che porta il suo nome (il solo assente dal repertorio dalla maratona), l’Eras Tour si avvale delle coreografie di Mandy Moore, consigliata alla cantautrice americana dall’amica Emma Stone, che aveva avuto modo di lavorarci assieme sul set di “La la land”.

Fra gli album più presenti in concerto “Midnights” e l’ultimo “The tortured poets department”, che inseriscono nella scaletta sette brani ciascuno. Taylor avrebbe dovuto tornare sulla strada già nel 2020 per dare una valenza live all’album “Lover”, ma la pandemia ha poi bloccato tutto. E quando la macchina s’è rimessa in moto il suo bagaglio artistico s’era arricchito frattanto altri tre album, “Folklore”, “Evermore” e “Midnights”, oltre alle re-incisioni di “Fearless”, “Red”, “Speak now” e “1989”. L’arrivo, due mesi fa, di “The tortured poets department” ha mischiato ulteriormente le carte, cambiando ancora fisionomia allo show. Ma il pubblico ha gradito e continua a gradire, se è vero che all’Eras sono bastati dieci mesi di cammino per diventare il tour dai maggior incassi della storia, compiendo l’impresa, bilanci alla mano, di lasciarsi alle spalle tanto il “Farewell Brick Road“ di Elton John che il “Music of the Spheres“ dei Coldplay.