Milano – Natale con i tuoi… Capodanno con “Tootsie”. In scena dal 26 dicembre al primo gennaio, infatti, il musical attinto dal blockbuster di Sydney Pollack riporta sul palcoscenico del Manzoni i tacchi, il fard e il rossetto di Michael Dorsey, attore spiantato che pur di lavorare e vincere la sua battaglia col mondo dello spettacolo si regala un’altra vita (stavolta di successo) nei panni di Dorothy Michaels, già evocato a suo tempo da Marco Columbro in “Tootsie ovvero il gioco dell’ambiguità”. Ma allora la chiave era quella della pièce teatrale mentre Massimo Romeo Piparo dirige la versione italiana del musical di Broadway realizzato sulla stessa storia col libretto di Robert Horn e le canzoni di David Yazbek. A vestire i panni di Michael-Dorothy è Paolo Conticini, mentre ad Enzo Iacchetti spettano quelli di Jeff, ma il cast è arricchito pure dalle presenze di Beatrice Baldaccini, Ilaria Fioravanti, Matteo Guma, Massimiliano Carulli, Elena Mancuso, Gea Rambelli, Sebastiano Vinci, Nico Colucci, Fabrizio Scaccia, Roberto Tarsi.
Questa versione oltre oceano è stata un successo.
Piparo: “Nel film la storia è ambientata nel mondo della tv americana, mentre questa sua versione teatrale in quello del musical, trovando così lo spunto per canzoni, balletti e quant’altro. Per il resto tutto rimane come nella pellicola girata nell’82 da Pollack con Dustin Hoffman. Il messaggio è forte come allora: per un uomo c’è tanto da imparare a mettersi nei panni di una donna”.
Come ci si trova sui tacchi?
Conticini: “Il mio rapporto con Piparo è iniziato grazie a ‘Mamma mia’ ed è proseguito con ‘Full Monty’, ma questa per me è una sfida pure tecnicamente ancora più difficile. Ma amo le sfide e soprattutto i copioni che mi consentono di portare in scena un punto di vista diverso. E poi in ‘Tootsie’ è un musical al femminile con un messaggio forte a sostegno delle donne”.
Per lei Iacchetti si tratta di un ritorno a casa.
Iacchetti: “Il 26 dicembre sarà un bel giorno per me, perché torno in un posto che ho sempre amato. Questo perché al Manzoni ho fatto probabilmente le cose più belle della mia carriera. Nonostante la tenera età di 72 anni, ballo pure. Ho visto il film, ma non la sua trasposizione teatrale perché davanti al mio omologo di Broadway avrei rinunciato. Se provo a confrontarmi con gli americani, infatti, mi abbatto facilmente”.
Testo per niente tenero col mondo dello spettacolo.
Piparo: “Probabilmente chi non conosce bene lo showbusiness non si gode fino in fondo la satira durissima di questo testo che con ironia mette a nudo però vizi e storture di questo ‘ambiente malato’ come lo chiama ad un momento di crisi Michael”.
Cambi di ruolo frenetici per lei Conticini.
Conticini: “In alcuni momenti dello spettacolo per passare da Michael a Dorothy ho solo 20-25 secondi. Un lampo. E pensare che mia moglie quando usciamo, a volte, mi fa aspettare ore”.