
I fratelli Capitaneo in cucina
Milano – Se son stelle, brilleranno. Intanto luccicano nel contesto più luminoso, quello della Guida Michelin. Che a settembre ha reso noti 24 nuovi ingressi, secondo il nuovo corso che, in avvicinamento alla proclamazione delle stelle in programma a novembre, svela alcune new entry segnalate sul sito web e sull’app. Non per forza saranno ristoranti stellati, oppure Bib Gourmand (i migliori ristoranti qualità/prezzo), ma si tratta pur sempre di un primo passo nel gotha della cucina italiana.
Soprattutto se a compierlo è Verso, il ristorante aperto lo scorso dicembre in piazza Duomo a Milano dai fratelli Remo e Mario Capitaneo. Pugliesi trapiantati a Milano, i Capitaneo con le stelle Michelin hanno un certo feeling. Prima di lanciarsi in questa prima, ambiziosa avventura autonoma, Remo e Mario hanno studiato e imparato da alcuni tra i migliori chef italiani, basti citare i tristellati Enrico Bartolini al Mudec ed Enrico Crippa col suo Piazza Duomo ad Alba. Una gavetta di tutto rispetto che, da poco superati i quarant’anni Remo e sulla soglia Mario, ha portato i fratelli Capitaneo a fare il gran salto forti di una robusta esperienza.
“Nel piatto – si legge nella presentazione sulla Guida Michelin – materia prima di stagione, freschissima, lavorata con tecniche che ne esaltano caratteristiche e sapori senza inutili orpelli. Intrigante il ‘benvenuto’ della casa: rosa di petali di barbabietola rossa e caviale… una delle specialità più instagrammate”. Preludio alla stella? Da Verso nessun commento a riguardo, si mantiene un basso profilo, tuttavia è evidente come tra le new entry sulla piazza milanese il ristorante dei fratelli Capitaneo sia tra i più accreditati al prestigioso riconoscimento.
Diversa, invece, la nomination dell’altro ristorante lombardo presente nella lista settembrina: l’Hosteria del Platano di Varenna, sul ramo lecchese del Lario. “Questo piacevole ristorante a gestione familiare – scrivono gli ispettori Michelin – propone un’ottima cucina dai toni classici e tradizionali, con un’attenzione particolare dedicata ai prodotti ittici locali. Nel bel dehors nella stagione calda o negli interni in sasso e soffitti a volte sarete accolti e serviti con grande cortesia». Un profilo da Bib Gourmand, eventualmente.
Spulciando la lista a caccia di possibili stelle, l’occhio cade su un altro lago, il Maggiore, dove
lo scorso aprile chef Marco Sacco - già insignito di due stelle al Piccolo Lago a Verbania e di una per il Piano35 a Torino - ha rilevato e rilanciato lo storico ristorante Verbano sull’isola dei Pescatori. "Accolgo il riconoscimento con orgoglio ed entusiasmo – commenta – e posso affermare che è solo l’inizio di un percorso che continuerà nel segno della valorizzazione di materie prime del territorio e dei sapori della tradizione, puntando sempre a un’alta qualità. Il Verbano tuttavia ha una concezione diversa dal ristorante stellato, si trova su un’isola a forte vocazione turistica ed è logico rispettarla”.
Stellato o meno, il Verbano è certamente una meta gourmet di assoluto livello, nel prestigioso contesto delle Isole Borromeo. Un altro indirizzo da appuntarsi in quel triangolo dell’alta cucina che è diventato quello formato dai laghi Maggiore, Mergozzo e Orta, definitivamente consacrato dalla terza stella attribuita l’anno scorso al Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo.