Sospesi i Daspo agli Ultras dell'Armani Milano

Cinquanta tifosi fermarono l'allenamento: "Ma non era una gara ufficiale" di Nicola Palma

I tifosi dell'Olimpia Milano

I tifosi dell'Olimpia Milano

Milano, 20 agosto 2014 - Non era una gara ufficiale, ma solo un allenamento. Tradotto: quei Daspo ai tifosi dell’Olimpia Milano devono essere sospesi. Almeno per ora. In sintesi, le motivazioni che hanno spinto i giudici del Tar a mettere in discussione le decisioni della Questura. Ecco i fatti. L’11 febbraio, una cinquantina di tifosi dell’EA7, la formazione che qualche mese dopo si prenderà la corona di regina della pallacanestro italiana, si raduna fuori dal Lido: brucia ancora la precoce eliminazione alle Final Eight di Coppa Italia, maturata tra le mura amiche del Forum di Assago contro il Banco di Sardegna Sassari. I fedelissimi vogliono chiederne conto a Gentile e compagni: il general manager Flavio Portaluppi e coach Luca Banchi provano a calmare gli animi, ma il tentativo fallisce. Gli ultras entrano all’interno dell’impianto e si schierano a bordo parquet. Finita la riunione tecnica, la squadra esce per l’allenamento pomeridiano. Ed è in quel momento che i tifosi rompono gli indugi, invadendo il campo per il faccia a faccia con i loro beniamini. La situazione si surriscalda: gli esponenti della curva ricordano a giocatori e allenatore il digiuno di vittorie lungo 17 anni, i diretti interessati si difendono senza paura. Il confronto dura circa mezz’ora, poi la situazione torna tranquilla. Qualche settimana dopo, però, via Fatebenefratelli presenta il conto: a una ventina dei presenti viene notificato un Daspo di un anno, vale a dire il divieto di accesso a tutti gli impianti sportivi sul territorio nazionale in cui si disputino allenamenti e incontri di basket, comprese le amichevoli, i campionati professionistici e dilettantistici, i tornei internazionali, la Coppa Italia e le partite della Nazionale. In poche parole: fuori dai palazzetti per dodici mesi. Come accade nel calcio. E dodici «daspati» si rivolgono proprio a un avvocato espertissimo nei ricorsi degli ultras degli stadi, Giovanni Adami, per impugnare l’espulsione a tempo.  Scatta il ricorso al Tar per chiedere la sospensiva cautelare. Richiesta accolta dai giudici di via Corridoni: «L’episodio descritto — argomentano due ordinanze-fotocopia — non può dirsi avvenuto in occasione o a causa di una manifestazione sportiva», come stabilito dalla normativa di riferimento (decreto legislativo 336 del 2001), «bensì di un allenamento infrasettimanale». Primo round ai tifosi (il Ministero dell’Interno dovrà pure accollarsi 700 euro di spese legali), che potranno così risedersi sugli spalti del Forum almeno per i primi tre match casalinghi dell’Olimpia. Sì, perché l’udienza di merito si terrà solo il 19 novembre prossimo. Tre giorni dopo l’attesissimo derby contro Cantù.

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