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Accenture, lavoratori in piazza: "No ai licenziamenti dopo lo stop alla solidarietà"

Oltre cento lavoratori fuori dalla sede di via Quadrio per protestare contro la misura dell'azienda. I sindacati: il problema è lo "sconto Auchan", rischiamo altre riduzioni di LUCA ZORLONI

La protesta

Milano, 21 aprile 2016 - Circa 130 lavoratori schierati fuori dagli uffici di uesta mattina hanno protestato contro tre licenziamenti scattati nelle scorse settimane nella divisione Business process outsourcing (Bpo). Licenziamenti, sostengono i sindacati, che non sono giustificati dalla situazione aziendale, che ha conti in ordine, tanto che è già partita l’impugnazione. Tuttavia la lettera con cui Accenture, multinazionale dei servizi e dell’informatica, ha messo alla porta i tre dipendenti, precisa che la risoluzione del rapporto di lavoro è «per giustificato motivo oggettivo», come legiferato dalla Fornero. «Quattro mesi fa l’azienda ha convocati i sindacati in Assolombarda per discutere di un contratto di solidarietà con una riduzione del 15% e di sterilizzare alcuni elementi del contratto integrativo, come il premio aziendale, la mensa, il blocco degli aumenti contrattuali.

L’obiettivo era il risparmio dei costi per mantenere costante la marginalità degli azionisti», spiega Ivan Notarnicola, di Fisascat Cisl Milano. Il nodo è lo sconto alla commessa Auchan, cliente che aveva affidato alla multinazionale la gestione delle buste paga, ma che nel 2015 chiede di rivedere il contratto. Da qui il piano dei vertici aziendali: tagliare i costi nella divisione, che tra Milano e Roma impiega 200 persone. I sindacati, tuttavia, si mettono di traverso e rispediscono al mittente la proposta di aprire uno stato di solidarietà, come pure hanno fatto altri uffici del gruppo.

«E’ diventato un trend per mantenere invariata l’occupazione», attaccano dai sindacati. La trattativa sulla solidarietà si chiude in un nulla di fatto. Pochi mesi dopo scattano i primi tre licenziamenti. «Ne hanno fatti tre per stare sotto il tetto per la procedura di mobilità – insiste Notarnicola – e la causale nella lettera è lo «sconto Auchan». I licenziamenti sono impugnabili e la multinazionale, tramite il suo legale, ha già contattato il nostro avvocato per monetizzare la situazione». E secondo il sindacalista, «tra tre mesi potrebbero proporre altri 3-4 licenziamenti». Cgil, Cisl e Uil hanno concordato di tenere la barra diritta sul no al contratto di solidarietà, mentre settimana prossima hanno già annunciato uno sciopero della Bpo con presidio fuori dalla direzione territoriale del lavoro, dove si discuterà della prima conciliazione. In azienda la tensione è alle stelle. «il clima è caldo – spiega alla Cisl una dipendente, Simona Lugrini -. La gente si è stufata dei soprusi. Tre colleghi sono stati licenziati ingiustamente, non ci abbassiamo ad accettare quello che l’azienda ci chiede, siamo disposti e pronti ad arrivare fino alla fine».  

di LUCA ZORLONI