Milano, 16 novembre 2016 - Alzare il braccio, sventolare la mano destra verso l’esterno. O viceversa, sventolarla verso l’interno. Sollevare un pugno, fare le corna, mimare le spire di un
Oggi di gesto ne basta uno. Un clic sul mouse. Da 22 anni il mercato è telematico, chi scambia azioni e titoli lo fa davanti allo schermo di un computer. Non si parla, non si urla, non si gesticola come forsennati. Occhi sullo schermo, mano sul mouse e una semplice coordinazione vista-mano. Ieri, per un giorno, Palazzo Mezzanotte è risuonato delle urla del passato. Grida attenuate, voci più basse. In sala gli operatori di oggi, cento trader davanti ai loro computer che dalle 8.30 alle 15 hanno sperimentato una giornata di Borsa come ai vecchi tempi. Mentre acquistavano online, simulavano con gesti e grida le compravendite di vent’anni fa. Un’idea di Webank, gruppo Banca popolare di Milano, ed editrice Le fonti (specializzata in finanza).
In Borsa è l’unica donna alla tastiera. «In università questo mondo non è spiegato - racconta -. Ho iniziato da 5-6 mesi, ho fatto corsi e ora sto andando da sola. È un lavoro che richiede disciplina. Inizialmente può essere utile anche avere un secondo lavoro, per il mese che si va in perdita. È un’esperienza particolare questa in Borsa, è interessante anche osservare le mosse degli altri». «Sicuramente il mercato rischia di essere più complicato con l’ingresso dei robot - osserva Ferretti -. Da noi è solo un rischio, in altri Paesi è realtà. In Europa infatti si sta ragionando di elaborare un quadro regolatorio che ponga alcuni limiti. La macchina esegue un algoritmo, non ha discrezionalità, e in alcune fasi questo può essere un vantaggio. Ma in altri casi non è così».