ANDREAGIORGIO GIANNI
Economia

Rider, qualcosa si muove: prove di trattativa per un contratto condiviso

Incontro AssoDelivery-sindacati, dialogo con le aziende dopo anni di stallo Intanto l’Europa accelera: al via i negoziati sulle nuove norme per le piattaforme

Una protesta dei rider in piazza Duomo a Milano durante uno sciopero del settore

Milano, 10 febbraio 2023 -  Sul fronte dei rider, dopo anni di stallo e battaglie, qualcosa si muove. Piccoli passi avanti, con l’obiettivo di arrivare a un contratto che offra diritti e tutele ai fattorini su due ruote, sull’onda degli sforzi europei per costruire regole nella giungla delle piattaforme digitali. Nei giorni scorsi si è svolto un primo confronto fra AssoDelivery, l’associazione di categoria delle piattaforme aderente a Confcommercio, e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, dopo che per anni il tavolo nazionale aperto sul settore non ha portato a risultati concreti.

"I rappresentanti di AssoDelivery hanno dapprima fornito un’articolata informativa relativamente al settore del food delivery, alle caratteristiche del lavoro dei rider – si legge in un resoconto della Uiltucs – successivamente ci sono state declinate, sia pure in termini generali, le intenzioni che questa associazione nutre rispetto alla creazione di un contenitore contrattuale nel quale ricomprendere i collaboratori delle piattaforme che ad essa aderiscono (Deliveroo, FoodToGo, Glovo, SocialFood e Uber Eats). Trattandosi, com’è noto, di un settore che negli ultimi anni ha registrato dei tentativi – perlopiù parziali – di definire un assetto contrattuale per inquadrare chi vi lavora come rider, le organizzazioni sindacali hanno richiesto ad AssoDelivery di dare vita ad un confronto ad hoc su un sistema di relazioni industriali in grado di strutturare una presenza sindacale in grado di farsi interprete dei bisogni e delle aspettative di chi attualmente si vede applicare condizioni economico-normative che non ha contribuito minimamente a definire. AssoDelivery – prosegue il sindacato – si è dichiarata disponibile a sottoporre nelle prossime settimane a Filcams, Fisascat e Uiltucs una prima bozza di testo sulle relazioni industriali".

Potrebbe essere il primo passo verso l’avvio di una trattativa sul contratto, con non pochi ostacoli sulla strada. Attualmente i rider delle piattaforme aderenti ad AssoDelivery sono inquadrati come lavoratori autonomi, anche sulla scorta di un contratto firmato in passato con il sindacato Ugl, contro il quale gli altri sindacati hanno dato battaglia, definendolo un "contratto pirata". L’altro modello è quello di JustEat, che ha scelto invece di inquadrare i rider come lavoratori subordinati, con un miglioramento delle condizioni ma anche in questo caso con problemi denunciati più volte dai sindacati.

Nel 2019 l’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio aveva cercato di creare una cornice di regole sul settore, aprendo un tavolo con le aziende che però è rimasto lettera morta. I sindacati, da parte loro, hanno sempre chiesto di applicare ai rider il contratto di lavoro dei trasporti e della logistica, che nel luglio scorso è stato aggiornato anche per comprendere chi si occupa delle consegne regolate dalle piattaforme. Un contratto che viene già utilizzato per i corrieri tradizionali, come quelli che lavorano sulle consegne per conto di Amazon o di altre società. Intanto, a Strasburgo, è stata superata un’altra tappa nel lungo percorso per costruire diritti e tutele. Il Parlamento europeo ha approvato infatti il mandato per avviare i negoziati sulle nuove misure per migliorare le condizioni dei rider e, in generale, dei lavoratori per le piattaforme digitali. Le nuove norme, se approvate, andranno a determinare lo stato occupazionale dei lavoratori delle piattaforme e come queste dovrebbero utilizzare algoritmi e intelligenza artificiale per monitorare e valutare i propri lavoratori. E le aziende, in questo caso, dovranno adeguarsi.