
Nei settori come l’edilizia, chi non rispetta le norme continua a servirsi di irregolari
Milano, 7 febbraio 2022 - L’escamotage più frequente è la falsa assunzione, per far entrare in Italia un parente o un conoscente, a volte in cambio di denaro. Nei settori con un alto tasso di lavoro nero, come l’edilizia, chi non rispetta le regole continua a servirsi di manodopera irregolare, senza pescare a scatola chiusa dal bacino sterminato di extracomunitari che ambiscono a un impiego regolare in Europa. Ombre dietro il decreto flussi 2022, che apre un varco “a chiamata“ per 69.700 lavoratori stranieri, con l’obiettivo di colmare la carenza di manodopera. Una fetta consistente, secondo le stime almeno un terzo del totale, potrebbe finire in Lombardia, “locomotiva d’Italia“.
Nella pioggia di domande presentate da imprenditori al ministero dell’Interno si nascondono tentativi di forzare le maglie della norma, mentre alcune associazioni di categoria hanno accolto con freddezza la misura. "Non penso che risolverà il problema della carenza di manodopera nel nostro settore", spiega Dario Firsech, coordinatore della commissione Relazioni industriali affari sociali di Ance Lombardia, l’associazione dei costruttori edili, che a Milano ha lanciato in collaborazione con il Comune e con Cgil, Cisl e Uil un percorso rivolto a 300 disoccupati con in palio formazione e posti di lavoro nei cantieri.
"Per noi è preferibile riqualificare chi si trova già in Italia – prosegue – anche perché in altri Paesi, come quelli del Nordafrica, le condizioni sono indietro di decenni, come nel nostro dopoguerra. In sostanza le imprese che hanno bisogno di manodopera difficilmente prenderanno personale dall’estero a scatola chiusa, mentre quelle che non rispettano le regole purtroppo continueranno a trovare una convenienza nel lavoro nero o grigio".
Per Coldiretti, invece, superato il nodo vaccini, l’apertura all’ingresso di stranieri è "importante per salvare i raccolti e garantire l’approvvigionamento alimentare in un settore che non può fermare la produzione". Un prodotto agricolo su quattro, infatti, viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da 164 Paesi. Intanto non si fermano gli ingressi irregolari in Italia. Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, aggiornati al 4 febbraio, quest’anno sono già 3.035 i migranti sbarcati sulle coste italiane. Nello stesso periodo del 2021 erano la metà, 1.513. I centri di accoglienza in Lombardia ospitano ancora 9.751 stranieri, il 13% del totale nazionale. Numeri alti, anche se ridotti rispetto agli anni pre-Covid dell’emergenza immigrazione. "Mentre, in un drammatico silenzio che sa di assuefazione, uomini, donne e bambini continuano a morire nel Mediterraneo – spiega Maurizio Bove, Presidente Anolf Cisl Milano – il Governo italiano emana l’ennesimo e inutile decreto flussi chenon offre alcuna risposta concreta. Occorrono visti di ingresso per ricerca lavoro che permettano di incrociare domanda e offerta".