Milano - Due ore di sciopero e presidio di protesta davanti alla sede di Assolombarda a Milano, ieri mattina, per la "nuova Italtel". La multinazionale dell’Information&Communication Technology, dopo il superamento di una fase complessa, a poche settimane dal Piano Industriale 2022-2026 al Ministero dello Sviluppo e alle parti sociali, lo scorso 28 febbraio ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 123 dipendenti su 880 spiegando che "gli organici non sono più in linea con il mutato scenario aziendale e di mercato"
. Ieri mattina nella sede degli imprenditori si è aperta la trattativa sindacale tra management aziendale e coordinamento sindacale Fim Fiom e Uilm. In concomitanza con l’incontro i lavoratori hanno incrociato le braccia per chiedere il ritiro dei licenziamenti e un Piano Industriale serio.
«Ognuno è rimasto sulle rispettive posizioni, noi abbiamo chiesto oltre al ritiro della procedura di licenziamento collettivo un incontro al Ministero per la verifica del Piano Industriale, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali - dichiara Roberto Dameno, rappresentante sindacale della Fiom - abbiamo chiesto che alle trattative sia presente l’ad Benedetto Di Salvo e gli azionisti di Psc, del fondo Clessida Capital Credit e il Gruppo Tim". Oggi il capitale sociale è detenuto per il 54% dal Gruppo PSC, il 28% dal fondo Clessidra Capital Credit e il 18% dal Gruppo Tim, "ma PSC, il principale azionista dall’aprile 2022 è fortemente indebitato - aggiungono le parti sociali - ora scarica i propri debiti sulla azienda di informatica e sta aspettando l’omologa al concordato preventivo da parte del tribunale di Lagonegro, che avverrà non prima di ottobre".
Nella sede di Milano è previsto il taglio di 86 dipendenti su 500. Molti di loro sono gli ultimi dipendenti della sede storica, quella di Castelletto a Settimo Milanese, trasferiti all’interno del campus tecnologico Caldera Park. "Esprimiamo forte preoccupazione sul futuro della società che ha aperto la procedura di licenziamento collettivo e potrebbe vedere cedere pezzi dei propri asset attraverso cessioni o altre operazioni, svuotando nei fatti l’azienda di competenze e risorse: tutte queste operazioni nulla hanno a che fare con il rilancio di Italtel", denuncia il coordinamento sindacale. La trattativa riprenderà il prossimo 27 marzo, in tutte le sedi resta lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari e della reperibilità.