ANNAMARIA LAZZARI
Economia

Alberghi, piange il telefono: mancano viaggiatori, business e fiere

Dai tre stelle agli hotel di lusso è calma piatta, si aspetta settembre

Il turismo a Milano è ancora troppo poco

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Mesi estivi da "calma piatta" per gli hotel milanesi: è lo stesso refrain dalla pensioncina familiare alla mega struttura di lusso. "La situazione è ancora molto critica" dice Damiano De Crescenzo, direttore generale di Planetaria Hotels (e vicepresidente gruppo Turismo di Assolombarda). Al momento negli alberghi da quattro e cinque stelle della catena il tasso di occupazione delle camere oscilla fra il 20% e il 40%. "Manca oltre l’80% dei segmenti di mercato su cui si fondava il business cittadino. È scomparso il mercato legato al polo fieristico, ai congressi, agli eventi. Il turismo leisure è tornato solo in piccolissima parte. Il business travel è stato colpito dallo smart working. E si fa sentire l’assenza dei viaggiatori internazionali, da America, Russia, Cina, Sudafrica e India. Non ci sono collegamenti aerei e manca una comunicazione chiara e di lungo respiro sulla permanenza in Italia per chi arriva dall’estero" elenca De Crescenzo. "Non abbiamo prenotazioni di turisti in estate, a differenza degli anni pre-pandemia quando eravamo pieni anche ad agosto. E anche il settore business stenta a decollare perché gli incontri aziendali continuano a svolgersi da remoto per ragioni di contenimento di costi" aggiunge Fabrizio Della Corte, direttore generale del gruppo Mokinba Hotels dove il tasso di occupazione è "al 10%". Si fa sentire l’assenza dei russi che al Baviera in zona Porta Venezia (ex Covid Hotel) in estate occupavano una stanza su quattro per i tour negli showroom del lusso. Il personale del gruppo, che a pieno regime contava 85 persone, è quasi tutto in cassa integrazione: "Lavoriamo in dieci, coprendo tutti i ruoli. Io faccio anche la reception" dice il direttore generale. "I primi segnali di ripresa sono per settembre perché sono in programma una serie di eventi, a partire dal supersalone".

A La Vignetta, hotel di 1 stella in zona Navigli, l’occupazione delle camere raggiunge al momento un sorprendente 40%. "Tutto merito del ritorno in presenza di universitari della Bocconi dopo la zona gialla" spiega la titolare Alessandra Galli. Per luglio ed agosto richieste da turisti non ci sono. "La notizia del green pass europeo al momento non ha mosso nulla". Si attende settembre e la speciale edizione del Salone del Mobile: "Abbiamo qualche prenotazione ma nulla che sia paragonabile al passato quando i clienti prenotavano la stanza un anno prima. Per una vera ripresa Milano deve tornare ad essere città degli eventi e aprire le porte al turismo internazionale".