Milano – Cinquantacinque miliardi finanziati per comprare casa nel 2022. Il 9,2% in meno di un anno fa, con la curva che è crollata nel quarto trimestre. In Lombardia banche e istituti di credito hanno concesso il 25% del denaro prestato a livello nazionale: 13,8 miliardi. Ma anche nella regione più ricca (22% del Pil nazionale nel 2022) la frenata è stata violenta: -9,5% rispetto al 2021, 1,4 miliardi in meno.
"La rata aumenta, i mutui diminuiscono" sintetizza Andrea Monticini, professore di econometria finanziaria dell’Università Cattolica. "La fotografia riflette una parte di quello che intende fare la Banca centrale europea per controllare l’andamento dell’inflazione: l’obiettivo della Bce è rallentare il ciclo economico per frenare la crescita dei prezzi". Ancora ieri la Bce ha chiarito la necessità di "continuare ad aumentare i tassi di interesse" tramite le parole di Isabel Schnabel: "esiste un limite al tempo in cui l’inflazione può rimanere al di sopra del nostro obiettivo del 2%".
"Se prima indebitarsi costava il 2% e ora il 5%, le famiglie ci pensano due volte – sottolinea Monticini –. Anche la raccolta di liquidità costa di più agli istituti di credito: questo costo viene trasferito sulla rata del mutuo o del prestito al consumo". Secondo i dati raccolti da Kìron Partner, società di mediazione creditizia, nell’ultima parte del 2022 i lombardi hanno ricevuto finanziamenti per 3,2 miliardi per l’acquisto della casa, il 16,2% in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con un taglio di 631 milioni. L’importo medio, invece, è cresciuto: 132.926 euro, in aumento rispetto a quanto rilevato durante lo stesso trimestre dell’anno precedente, quando il finanziamento ammontava a 124.616 euro.
"La conseguenza di questo trend – osserva il docente di econometria della Cattolica – sarà un rallentamento del mercato immobiliare, soprattutto nelle aree dove stava crescendo di più in Lombardia. Milano e le zone dove i prezzi erano saliti maggiormente corrono il rischio dello scoppio della bolla. Rimedi? Bisogna intervenire prima: la politica monetaria molto espansiva comporta che più individui si assumano più rischi. Così si formano bolle speculative che quando i tassi di interesse iniziano ad aumentare possono scoppiare". Difficile prevedere per quanto tempo la discesa proseguirà, "perché il mercato immobiliare è poco reattivo all’oscillazione dei prezzi", spiega Monticini. "In Paesi come il Regno Unito, invece, chi vende si adegua rapidamente alle tariffe. Qui, invece, si preferisce tenere fermo un immobile aspettando l’offerta che si ritiene coerente con quanto ipotizzato piuttosto che vendere in base ai prezzi in calo. Questo comporta una discesa lenta fino al raggiungimento del minimo e tempi lunghi per la risalita. Almeno per tutto il 2024 il mattone rallenterà".