ANNAMARIA LAZZARI
Economia

Saldi a Milano, partenza a due velocità: i turisti affollano il centro, ma in periferia “è un disastro”

Primo giorno delle svendite estive, soddisfatti solo i negozianti delle vie dello shopping. "A remare contro il commercio quest’anno ci sono state anche le piogge continue"

Saldi estivi in via Torino (foto Canella)

Saldi estivi in via Torino (foto Canella)

Milano – Via libera, da ieri, ai saldi estivi che a Milano e in tutta la Lombardia dureranno 60 giorni. Il debutto nel capoluogo lombardo ha registrato un andamento analogo all’anno scorso, senza particolari flessioni né aumenti. "Il punto è - afferma Gabriel Meghnagi, vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente della Rete associativa - che, come nel 2023, gli sconti sono iniziati troppo tardi, sarebbero dovuti partire nell’ultimo weekend di giugno o, al massimo, il primo lunedì di luglio, come richiesto dal 68% dei negozianti interpellati per un sondaggio conoscitivo. A remare quest’anno contro il commercio c’è stato anche le continue piogge che hanno disincentivato l’acquisto di capi estivi".

I negozi sono riforniti di tutte le taglie e dunque c’è la possibilità di rifare il guardaroba senza svuotare il portafogli. Per la donna ad essere più gettonato rimane l’abbigliamento (in particolare t-shirt, abiti, pantaloni, gonne) e accessori, dai costumi alle scarpe e borse. Ma anche l’uomo approfitta delle offerte per acquistare polo, bermuda, pantaloni e giacche. "Il bambino, invece, vende molto meno perché molte famiglie milanesi coi figli hanno già raggiunto i luoghi di villeggiatura questo weekend", precisa Meghnagi.

A Milano quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà circa 300 euro, una cifra superiore alla media nazionale calcolata dal Centro Studi della Confcommercio (202 euro) mentre per l’acquisto medio a persona la spesa è di 102 euro (92 euro la media nazionale). Ma, attenzione, è una media di Trilussa, perché ad alzare lo scontrino medio nel capoluogo lombardo è lo shopping sfrenato dei turisti. Dove la presenza degli stranieri alto-spendenti è elevata – come Buenos Aires, via Torino, corso Vittorio Emanuele, via Dante, via Belfiore, oltre al solito Quadrilatero della Moda – gli affari vanno benone.

"Una famiglia dal Kuwait ha appena fatto acquisti per 900 euro. In generale notiamo che quest’anno c’è stato un incremento di turisti dai Paesi Arabi e dal Brasile", sorride Fedora Piazzolla, responsabile della boutique “Daniel & Mayer“ di corso Buenos Aires. "Anche in via Torino c’è un boom da Medio Oriente e Sud America. Ottimi acquirenti. Gli italiani comprano meno, non c’è più il rito del primo giorno di saldo. Forse perché le vendite promozionali sono ormai tutto l’anno", conferma Giuliana Mignone, socia del negozio di calzature “MM“.

C’è chi raggiunge il capoluogo lombardo da lontano solo per andare a caccia di offerte. È il caso Dimitri Leondaridish, da Berna, a spasso nell’affollatissima via Torino. "Ho comprato pantaloni a 40 euro, un affare. In Svizzera avrei speso almeno il doppio…". "Soffrono corso Genova, viale Piave, viale Monte Nero, corso San Gottardo, via Piero della Francesca, in generale quelle vie residenziali colpite dall’assenza dei milanesi già in villeggiatura e dove i turisti non vanno", fa il punto Meghnagi. In periferia però i toni sono ancora più dimessi, per non dire tragici. "Ci siamo impegnati a riempire le vetrine di cartelli con i prezzi ribassati con la speranza di poter lavorare, ma la situazione è drammatica. Il fatto è che, come se non bastassero gli annosi cantieri per la metropolitana sulla via, dal primo luglio hanno chiuso per metà piazza Frattini: quindi non solo si è ridotto di almeno il 50% il traffico di auto, ma, avendo soppresso molte fermate di autobus, quest’anno non abbiamo visto neppure chi era abituato a venire in Lorenteggio coi mezzi. A piedi non ci arriva nessuno. È un vero disastro", allarga le braccia Massimo Monti, presidente di Asselor e titolare di “Kasanova“ di via Lorenteggio.