Ricavi crollati e perdite che si contano in milioni di euro. Traffico ancora ridotto ai minimi termini, per effetto dell’aumento dei contagi, dopo la ripresa autunnale che aveva fatto registrare per il sistema aeroportuale milanese "un -38%, rispetto a -85% dell’inverno 2021". L’amministratore delegato di Sea, Armando Brunini, ha più volte prospettato "un ritorno ai numeri pre-covid solo tra il 2024 e il 2025". In questo scenario a tinte fosche per gli aeroporti di Linate e Malpensa, svuotati dalla pandemia, si innesta anche uno sciopero proclamato per martedì prossimo dai sindacati Usb, Flai Ts, Adl e Cub Trasporti. Al centro l’operazione che porterà Sea a esternalizzare una parte dei servizi informativi, con l’obiettivo di tagliare i costi. Il piano riguarda una sessantina di dipendenti Sea che si occupano di manutenzione di computer e telefoni cellulari e verrebbero riassorbiti dalla società esterna che nei prossimi mesi acquisirà il ramo d’azienda (sotto forma di una newco), divenendo quindi fornitore Sea.
Operazione contestata dai sindacati che parlano di "svendita di un pezzo di azienda". La società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, controllata dal Comune di Milano, replica che "i lavoratori verranno tutelati" e finora la pesante crisi è stata tamponata con il largo ricorso alla cassa integrazione per i circa 2.800 dipendenti "senza lasciare a casa nessuno e garantendo uno stipendio a tutti". I 60 tecnici coinvolti, quindi, "verranno riassorbiti con le stesse condizioni attuali". I sindacati chiedono però a Sea di fare marcia indietro. "La società non è nuova ad esternalizzazioni – spiegano – è già avvenuto ad esempio per servizi come la biglietteria o i parcheggi, con i lavoratori ricollocati in altre mansioni all’interno della stessa Sea. Le rassicurazioni fornite da Sea non ci fanno cambiare idea: le esternalizzazioni causano perdita di diritti salariali e contrattuali, un peggioramento delle condizioni di lavoro e del servizio. Il sistema di ribassi degli appalti lo dimostra da sempre: per mantenersi all’interno del costo dell’appalto al massimo ribasso l’azienda taglia sui diritti dei lavoratori". È stato proclamato quindi lo sciopero dalle 12 alle 16, e nelle ultime 4 ore di turno per il personale amministrativo, con un presidio sotto la palazzina Sea. Ma non è l’unico fronte aperto.
Una sfida si gioca anche tra big energetici per Sea Energia, società attiva nella produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffrescamento. In corsa per l’asset e per un contratto di fornitura a lungo termine, secondo quanto ricostruito dall’agenzia Radiocor, ci sarebbero Edison, A2A e Cogenio. La base d’asta fissata dal gestore aeroportuale controllato dal Comune di Milano e partecipato da F2i è di 180 milioni, di cui 50 milioni per il 100% della società e il resto per il contratto di fornitura.