
Uomini e mezzi di Amsa, la società che gestisce i rifiuti nel capoluogo
In buona parte d’Italia si sta registrando un aumento generalizzato della tassa sui rifiuti (Tari), motivata anche dall’impennata dell’inflazione registrata negli ultimi due anni. A Milano per il 2024 si prospetta un aumento del 3,6 per cento, maggiore rispetto a Roma (3 per cento), Firenze (3,2) ma inferiore a Genova (che rischia un 6,8 per cento) e Ancona (7,5), mentre in capoluoghi, come Napoli e Bologna, non aumenterà.
Il dato milanese, però, va spiegato. È vero che il Comune ha deliberato lo scorso 30 aprile l’aumento del 3,6 per cento. Ma se lo confrontiamo con le consistenti riduzioni della Tari adottate nel 2022 e nel 2023 (meno 7 per cento), scopriamo che, di fatto, questo aumento viene in parte “riassorbito” da queste passate riduzioni. La tassa sui rifiuti nel capoluogo lombardo, peraltro, è una delle più basse d’Italia.
Sconto giovani e formato digitale
Inoltre, l’amministrazione ha introdotto per la prima volta una riduzione del 25 per cento sulla parte variabile del tributo locale per tutti i contribuenti con un’età non superiore ai 30 anni residenti o domiciliati in città.
Le cartelle esattoriali dovrebbero arrivare nei prossimi giorni a 727 mila cittadini. Da quest’anno, la maggioranza dei contribuenti (442 mila) riceverà la Tari in formato digitale, attraverso la casella di posta. Solo 284 mila la riceveranno solo in modalità cartacea.