
Fonte: Wikipedia
Milano, 20 ottobre 2016 - Non solo la magia dei chiostri quattrocenteschi dell’Università Cattolica, il romanticismo degli edifici Decò o il design futuristico e sostenibile del Bosco Verticale: potete trovare anche edifici strani a Milano, singolari per forme, colori, stili e storia. Ne abbiamo selezionati tre, per voi.
Le case dei Puffi del quartiere Maggiolina
In un editoriale molto polemico del 1911 il direttore del giornale Il Secolo accusava il governo di guardare esclusivamente alle esigenze delle masse operaie, realizzando solo opere di urbanistica popolare e nessun quartiere dedicato alla media borghesia. Una cooperativa di editori, scrittori e giornalisti costruì quindi il celebre Villaggio dei Giornalisti, attiguo al quartiere Maggiolina, a Nord di Milano, verso Monza.
Oggi la Maggiolina è un quartiere residenziale silenzioso e molto verde in cui si respira un’atmosfera d’altri tempi, fra case liberty e giardini rigogliosi. E non solo. Vi basterà percorrere via Lepanto, a ridosso della ferrovia, per accorgervene: è qui che l’ingegnere Mario Cavallè (1895 – 1982), progettista di sale cinematografiche e teatri formatosi negli Stati Uniti, realizzò nel 1946 dodici case zucca e due case fungo su due livelli (una nel gambo e una nella cappella) con tanto di ombrello rosso a pois bianchi come quello della velenosa Amanita Muscaria. Le due case-fungo e quattro delle case zucca furono demolite negli anni Sessanta, ma quelle rimaste sono un esempio davvero singolare di edilizia, specie se confrontate a quella intensiva del primo dopoguerra.
Il villaggio operario di via Lincoln
Costruito fra il 1884 e il 1892 su un’area dismessa delle ferrovie, il villaggio operaio di via Lincoln spicca fra corso Indipendenza e via XXII marzo per i colori intensi delle facciate: turchese, verde acqua, giallo, rosa. I locali sono piccoli, perché il formato delle abitazioni prevedeva solo due locali sovrapposti, ma nel tempo i proprietari hanno spesso pesantemente ristrutturato annettendo più unità. Il sapore antico del quartiere resta: un abitare sostenibile e slow, verde e all’insegna della socialità.
La casa del rabbino
Non siamo ad Amsterdam, ma a Milano e per la precisione in via Carlo Poerio 35. Vi si trova una Casa 770: cosa vuol dire questo strano nome? La storia è antica e vale la pena ascoltarla. Il rabbino Joseph Isaac Schneerson emigrò dalla Bielorussia agli Stati Uniti nel 1940 per sfuggire al nazismo. A New York, per non sentire troppo la mancanza dell’Europa, Schneerson scelse una casa in stile fiammingo situata al civico 770 di Eastern Parkway, nel distretto di Brooklyn. Col tempo la casa-sinagoga divenne un punto di riferimento per la comunità hassidica, per questo la facoltosa famiglia Lubavitcher decise di costruire altre 770 case, tutte identiche a quella americana con tre torrette a cuspide e mattoncini, in altre città del mondo. Oggi ne contiamo 12: l’unica in Europa è a Milano.