
Il sottomarino Enrico Toti al Museo della Scienza
L’Enrico Toti è il sottomarino dei record.
La storia
Per cominciare, è il primo sommergibile costruito in Italia dopo la seconda Guerra Mondiale. In seguito al conflitto, infatti, al nostro Paese era stata vietata la realizzazione di sottomarini secondo le clausole del trattato di pace. Il Toti (il cui distintivo era S506) fu il primo di una nuova generazione di sommergibili con caratteristiche antisottomarino (da cui deriva la sigla NATO SSK- Submarine Submarine Killer) a immergersi nel Mediterraneo, seguito dopo circa 2 anni da Dandolo, Mocenigo e Bagnolini. Il cacciatore venne costruito a Monfalcone dalla Italcantieri: i lavori iniziaronio l’11 aprile 1965 e il Toti venne varato il 12 marzo 1967, in piena Guerra Fredda.
Anche il nome del sommergibile allude a un primato. Quello del 1967 è infatti il secondo sottomarino nella storia della Marina Militare Italiana intitolato all’eroe della prima guerra mondiale decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Il primo aveva prestato servizio nella Regia Marina dal 1928 al 1943 e durante il secondo conflitto mondiale; pur essendo impiegato principalmente come unità scuola e trasporto, è ricordato per essere stato l’unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un sottomarino nemico: il 15 ottobre 1940 il primo Toti distrusse a cannonate il sommergibile britannico HMS Triad (N53) mentre incrociava le acque dello Ionio.
Trecento tonnellate di acciaio, 46 metri di lunghezza e il motto Vincere a ogni costo, il secondo Toti raggiungeva in immersione i 14 nodi e poteva ospitare un equipaggio di 26 persone. Il motore diesel sinistro del sottomarino venne chiamato dai motoristi "Turiddu", diminutivo in siciliano di Salvatore, ed il sinistro "Ianuzzu", diminutivo di Sebastiano.
Il trasporto a Milano
Il 30 giugno 1999, dopo più di 30 anni di onorato servizio, il Toti abbandonò per sempre il mare: la Marina Militare decise infatti di donarlo alla città di Milano e dal 15 agosto 2005 è ospitato al Museo Nazionale della Scienza Leonardo da Vinci in via San Vittore 21, dove è visitabile.
Arrivarci è stata l’ultima impresa del Toti e ha appassionato milioni di italiani.
Si è trattato di un viaggio lungo 5 anni, una eroica traversata dell’Italia, dal porto di Augusta a Milano. Il Toti emerse dal porto militare della città siciliana il 1° novembre 2000 e, dopo alcuni restauri, venne trainato a Taranto. Da qui, con alcune ore di navigazione, giunse al delta del Po, nei pressi di Chioggia. Le persone si affollavano lungo i canali per vederlo passare e, trionfalmente, il sommergibile raggiunse il porto fluviale di Cremona il 6 maggio 2001. Il Politecnico di Milano iniziò a studiare in che modo il Toti potesse arrivare nel capoluogo meneghino e, quattro anni più tardi, iniziò la sua maratona fino a Milano grazie al lavoro dei militari del 2º Reggimento Pontieri di Piacenza che lo trasportarono, via terra, fino alla sua collocazione finale. I navigli progettati da Leonardo non erano in grado di accogliere un gigante di quella stazza, così il Toti fu alleggerito di 20 tonnellate nella parte della scafo e si optò per il trasporto su un convoglio, costruito appositamente: 62 metri di lunghezza e 240 ruote sostennero il sommergibile, per una altezza complessiva di 7 metri. Per fare passare per le sue strade il Toti, Milano dovette rimuovere marciapiedi, semafori e cavi elettrici, ma nella notte del 13 agosto, fra l’entusiasmo dei milanesi, finalmente il sottomarino giunse in via San Vittore.
Informazioni sulle visite e i biglietti su www.museoscienza.org/toti