ANDREA SPINELLI
Milano

Eric Clapton torna al Forum di Assago: "Onorato di tenere vivo il blues"

Domani sera la leggenda porterà sul palco il suo reperterio di classici senza tempo

Eric Clapton, 77 anni

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Manca solo la nebbia. I lampioni sparsi sul palco e alcune delle canzoni con cui Eric Clapton si ripresenta domani sera al popolo del Forum di Assago sembrano proprio spuntare dalle cartoline virate nostalgia di quella Londra anni Sessanta in cui diventò “Dio”. Il dio della chitarra che i graffittari glorificano sui muri, inebriati, storditi, dalle 12 battute del blues che trasudava da album epici, come quello inciso assieme Blues Breakers di John Mayall o i quattro dell’epopea Cream, di cui in concerto riaffiora la sempiterna “Badge” (scritta con l’amico George Harrison). "Sapevo di essere diverso, ma non sapevo perché" racconta l’idolo di Ripley nel documentario “Life in 12 bars”, uscito nelle sale quattro anni fa per sovvertire la convinzione del grande Muddy Waters quando diceva "I bianchi possono imparare a suonare la chitarra, ma non riusciranno mai a cantare il blues, non hanno abbastanza anima perché non hanno sofferto abbastanza". Col suo show senza fronzoli potente, corposo, diretto, Eric Patrick Clapton mostra a 77 anni di aver cresciuto quell’anima assieme alle cicatrici di una vita fatta di clamorosi successi ed enormi tragedie. Ma anche di scelte del destino come in quella maledetta notte del ‘90 in cui, finito un concerto all’Alpine Valley Music Theater nel Wisconsin, Stevie Ray Vaugan prese all’ultimo istante il posto sull’elicottero in cui avrebbe dovuto viaggiare lui, andandosi a schiantare dopo pochi chilometri contro una collina a causa dell’oscurità. In scena Clapton “Slowhand” omaggia, tra gli altri, Charles Segar con “Key to the highway”, Willie Dixon con “I’m your Hoochie Coochie Man”, Robert Johnson con “Cross Road Blues”, Elmore James con “The sky is crying”.

«Quando tutti i grandi blues se ne sono andati, inizi a capire che qualcuno deve tenere in vita la tradizione" dice. "Non la intendo come una una missione, ma penso di avere una certa responsabilità nel mantenere viva questa musica e mi sento onorato del compito". Clapton non suonava al Forum dal 2001 e non veniva in Italia dal 2011, quando accettò l’invito dell’amico Pino Daniele a suonare con lui sul palco dello stadio “Simonetta Lamberti” di Cava dei Tirreni. Ora torna con una band stellare, che schiera Nathan East al basso, Sonny Emory alla batteria, Doyle Bramhall II alla chitarra, Chris Stainton e Paul Carrack alle tastiere, Katie Kissoon e Sharon White ai cori, e si fa precedere in scena da un supporter d’eccezione quale Robben Ford. In repertorio mette “Tearing us apart”, “River of tears”, la “I shot the sheriff” dei Wailers, “High time we went” di Joe Cocker, ma anche le irrinunciabili “After midnight” e l’inevitabile “Cocaine” di J.J. Cale. In brani come “After midnight”, “Tears in heaven”, “Nobody knows you when you’re down and out” e “Layla” Eric molla la Stratocaster e imbraccia la chitarra acustica regalando forse le vere perle dello spettacolo. Un po’ come fa nell’ultima fatica discografica “The lady in the balconi: lockdown sessions” pubblicata un anno fa toccando corde vicine al pluridecorato “Unplugged”, dato alle stampe nel ’92 con lo strazio nel cuore per l’addio al figlioletto Conor, avuto da Lory Del Santo, precipitato pochi mesi prima dal 53° piano di un grattacielo di New York. Oggi avrebbe 36 anni".