REDAZIONE MILANO

"I leoni ormai mi fanno 'ciao'". Un dottorando tra i felini di Londra

Giovanni Pastorino racconta la sua attività ai ragazzi della Statale

Giovanni Quintavalle Pastorino

Milano, 22 maggio 2016 - «Le tigri? Simili ai gatti. Si credeva fossero di tendenza solitarie, ma stiamo riscontrando in natura gruppi familiari e padri che si occupano dei figli». Giovanni Quintavalle Pastorino è ricercatore dell’Università Statale, dove nel 2014 si è laureato in Veterinaria. Il suo dottorato lo svolge principalmente allo zoo di Londra e in altri parchi faunistici come Le Cornelle (Bergamo), in partnership con l’università di Manchester. Ieri era nell’aula magna dell’Università degli Studi per raccontare la propria esperienza ai ragazzi venuti in via Festa del Perdono (FOTOGALLERY - guarda) per partecipare all’open day che in tutto ha accolto 6.800 visitatori (6mila lo scorso anno).

Giovanni Quintavalle Pastorino, che ci fa a Londra? «Monitoro le relazioni tra i keeper (ndr gli inservienti dello zoo), i grandi carnivori felini e il pubblico. E tra i felini stessi. Lavoro con 5 studenti, 3 della Statale. Tra i miei “pazienti’’, mi occupo anche dei leoni asiatici del nuovo enclosure Land of Lions, inaugurato a marzo dalla Regina Elisabetta. All’interno di un progetto per la loro salvaguardia: ce ne sono solo 500 nella foresta di Gir in India».

Perché si dedica ai grandi felini? «L’ho proposto per il mio dottorato. Prima mi occupavo della malaria aviaria dei pinguini. Ma tigri e leoni mi affascinano, studio da una vita il loro linguaggio: hanno spiccata personalità. Dalla prima settimana i leoni asiatici come Bhanu, 6 anni (nella foto), e Rubi, 7 anni, hanno imparato a riconoscermi. Le tigri mi salutano».

La salutano? «Come i gatti, quando si siedono e ti guardano, instaurano un contatto sociale. E poi fanno il “chaffing’’, un verso particolare per dire ciao».

Cosa ha scoperto nei suoi studi? «Che anche le tigri sono sociali. Si credeva fossero solitarie, ma abbiamo individuato esemplari che stanno meglio in coppia. O padri che tengono relazioni affettive e protettive verso i cuccioli. Questo grazie alle tecnologie moderne come la camera trap, una macchina fotografica attivata dai sensori di movimento, che ci hanno permesso di ricostruire i comportamenti delle tigri dell’Amur, le siberiane, e di Sumatra».

Lei per queste “bestiole” fa anche da allenatore. «Ai ragazzi in aula magna ho fatto vedere un video del training veterinario: abituo tigri, leoni e leopardi a farse visitare dai veterinari, per evitare ogni stress nel momento dell’emergenza. Anche quando giocano possono diventare “fatali”».