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Morto Johan Cruyff, il Milan: "Idolo di Van Basten, ora il Calcio è più solo"

La società rossonera ricorda: "Ha anche indossato la maglia del Milan contro il Feyenoord a San Siro nel Mundialito 1981"

Morto Johan Cruyff (Olycom)

Milano, 24 marzo 2016 - "Era stato avversario del Milan nella finale europea del Bernabeu nel 1969, e' stato l'idolo e il mentore di Marco Van Basten, ha anche indossato la maglia del Milan contro il Feyenoord a San Siro nel Mundialito 1981. Grande, grandissimo, Johann Cruyff. Sta raggiungendo Sandro Ciotti lassu', per una nuova enorme edizione del 'Profeta del Gol'. Cruyff, il simbolo del calcio totale orange, e' mancato e il calcio e la sua Storia si sentono oggi particolarmente soli". Con questo comunicato pubblicato sul sito del club, il Milan ricorda Johann Cruyff deceduto oggi all'eta' di 68 anni.

"C'e' grande dispiacere e dolore per la scomparsa di Cruyff perche' e' stato un personaggio contro il quale ho avuto la fortuna di giocare contro, si vedeva che era destinato a vincere il Pallone d'Oro piu' di una volta". Piero Prati, ex attaccante del Milan, ai microfoni del canale tematico rossonero parla di Johann Cruyff, leggenda del calcio scomparsa oggi all'eta' di 68 anni. "Ha creato un calcio diverso ed e' sicuramente una grande perdita per il calcio. E' stato veramente un grande - ha proseguito Prati -. Il calcio olandese in quegli anni era poco conosciuto e poi e' diventato il calcio che poi hanno seguito tante Nazionali, erano arrivati in finale ed era una sorpresa ma in campo si vedeva che sarebbe stata la squadra da battere negli anni seguenti. Cruyff aveva un eleganza nella corsa con la palla ai piedi che era bellissima, sembrava una gazzella, aveva una leggerezza nella corsa incredibile, un grande cambio di marcia, correva a ritmi sostenuti palla al piede ed era quello che faceva la differenza, era molto intelligente come giocatore. Ricordo il Mundialito dell'81, aveva giocato con la maglia del Milan, chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare a San Siro e' tornato a casa con la consapevolezza di aver visto un giocatore a tutto campo, aveva preso la Nazionale olandese per mano e l'aveva portata in cima al mondo. Ha giocato per anni ad alti livelli in qualunque squadra abbia giocato. Faceva tutto con una grande semplicita', e' un esempio per tutti, gli avversari provavano a fermarlo in ogni modo e lui accettava tutto, aveva sempre un comportamento impeccabile". (Fonte Agi)