ANDREA GIANNI
Milano

Sanremo, le figlie di Lara Saint Paul: "L’Ariston scorda chi è stato grande"

Tre volte sul palco, nel 1968 anche con Louis Armstrong. Poi la povertà, la morte e l’oblio

Lara Saint Paul con Luciano Pavarotti

Lara Saint Paul con Luciano Pavarotti

Milano - "È stata una grande della musica leggera", ma per lei sul palco dell’Ariston non c’è stato spazio. Tre volte a Sanremo, una giovinezza sulla scena musicale internazionale e una vecchiaia travagliata, segnata da problemi economici e di salute, fino alla morte in povertà l’8 maggio del 2018, stroncata da un tumore all’età di 73 anni.

Lara Saint Paul ora torna alla ribalta grazie all’impegno di una delle figlie, Manuela Cariaggi, avuta con il produttore Pier Quinto, che nei giorni del Festival della canzone italiana lancia un appello. "Mia madre è stata un grande cantante – spiega – e sarebbe bello se in questi giorni venisse ricordata la sua figura, perché ha fatto la storia della musica italiana e non merita di essere dimenticata. È stata una persona dalla grande sensibilità, che ha sopportato i problemi che hanno segnato la sua vita con una forza fuori dal comune. Vorrei dirle 'ti voglio bene', ringraziarla per avermi donato la vita".

Un appello rivolto anche alla città di Milano, perché Lara Saint Paul ha vissuto a lungo in zona Buonarroti, fino a uno sfratto che l’ha spinta a trovare riparo a Bologna, dove ha trascorso gli ultimi anni. Un legame con Milano che l’ha portata anche a scrivere, negli anni ’80, la sigla della manifestazione musicale L’Ambrogino d’oro. Ora le figlie Manuela e Guendalina, la sorella Loredana e i nipoti Pierre Andrew e Lara stanno recuperando cimeli e ricordi della carriera. Ci sono anche le ultime tracce su YouTube, nel brano “Viva le donne“, interpretato poco prima di morire. "Vorremmo ripubblicare i suoi dischi – sottolinea Manuela – far conoscere la sua figura anche ai più giovani".

Il momento d’oro di Lara Saint Paul, pseudonimo di Silvana Areggasc Savorelli, figlia di una principessa eritrea e di un tecnico minerario romagnolo, fu il Festival di Sanremo del 1968 - la prima edizione dopo quella drammatica che aveva visto il suicidio di Luigi Tenco - dove arrivò in finale con “Mi va di cantare”, intonata a ritmo di jazz sul palco dell’Ariston anche dal grande Louis Armstrong. Applaudita dal pubblico, la canzone, a dispetto della partecipazione di Armstrong non vinse. Per la bellissima Lara, sposata al produttore discografico e impresario teatrale Pier Quinto Cariaggi, fu il lancio definitivo di una carriera, che l’aveva già portata a Sanremo, sotto altro nome, nel 1962.

Al festival tornò nel ’72, poi Canzonissima, il varietà in tv, un decennio almeno di successi, di tour in Europa e negli States, l’amicizia con Frank Sinatra, le foto con Hillary Clinton e Luciano Pavarotti. Negli anni ’80 lanciò in Italia l’aerobica, che spopolava nelle palestre della “Milano da bere“. Rimasta vedova, negli ultimi anni ha vissuto il dramma dell’indigenza e della solitudine. Fu protagonista di una battaglia giudiziaria contro un colosso farmaceutico per una pomata che le avrebbe causato "lesioni tali da portarla all’invalidità". Infine il tumore e la scomparsa della “principessa della musica“ che le figlie vorrebbero ricordare.