
I Modena City Ramblers
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Modena City Ramblers. E sai cosa ascolti. In arrivo sabato sera all’Nxt Station di Bergamo, e il 16 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni, i gladiatori del “combact folk” sono in tour con un omaggio ai mille papaveri rossi della canzone d’autore italiana. "Raccontiamo, infatti i 17 anni di un album molto speciale della nostra discografia quale ‘Appunti partigiani’" dice il violinista-chitarrista Francesco “Fry” Moneti. "Se nel 2021 abbiamo festeggiato i trent’anni del gruppo con uno spettacolo imperniato sugli evergreen, stavolta rileggiamo quel disco di cover del 2005 che avevamo pensato di riprendere in mano già per il quindicennale, fermati dalla pandemia".
Qual è l’attualità di “Appunti partigiani”?
"È una raccolta di canzoni che parlano di guerra e il parallelismo con l’oggi salta agli occhi. Lo definirei un disco di radici, perché contiene i pezzi su cui è cresciuta la nostra coscienza di gruppo; quasi a ribadire che nel mare magnum della musica noi stavamo dalla parte dei De André, dei Guccini, dei Bragg, dei De Gregori, dei Cccp, dei Guthrie".
Quel disco fu un gran bel successo.
"Sì, oltre 100mila copie vendute e 4° posto nella classifica. Merito anche di un parco-ospiti che andava da Piero Pelù a Billy Bragg, da Goran Bregović a Paolo Rossi, agli Africa Unite. In ‘Auschwitz’ c’è pure Francesco Guccini e quel pezzo, se non ricordo male, è rimasto la sua ultima collaborazione fino all’incontro con Vecchioni di ‘Ti insegnerò a volare (Alex)’, quindici anni dopo".
È ancora tempo di condivisioni?
"Per noi, direi proprio di sì. Basta pensare che proprio ieri abbiamo tenuto a Monsummano Terme un concerto con l’Orchestra Multietnica di Arezzo e artisti quali Andrea Chimenti, Paolo Benvegnù o la Bandabardò. Recentemente abbiamo collaborato con Fabio Curto, vincitore di The Voice 2015, al singolo ‘Sei vivo’ (in uscita a breve) e in progetto c’è pure un pezzo con gli australiani Rumjacks".
Il vostro ultimo album “Riaccolti” era a sua volta una rilettura di “Raccolti” del 1998. E ora?
"Oltre al tour italiano, abbiamo in agenda un’esibizione in Sudafrica, sul palco di Womad, cui seguiranno date in Europa fra cui quella allo Sziget Festival di Budapest. Tutto in attesa del nuovo album, visto che l’ultimo d’inediti ‘Mani come rami, ai piedi radici’ è di cinque anni fa. D’altronde siamo una band che va in sala di registrazione solo quando ha storie da raccontare e lo stop del lockdown non ha certo aiutato a trovarne in giro di nuove".